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Covid 19

La letalità del Coronavirus in Italia è al 5,8%: per gli uomini è più alta (7,2%)

Secondo il report di oggi dell’Istituto superiore di sanità sulla letalità del Covid-19 in Italia, nel nostro Paese il numero dei morti sul totale dei malati è pari al 5,8%. Negli uomini la letalità risulta più alta, il 7,2%, mentre nelle donne è del 4,1%. Ma la “letalità stratificata per fasce di età non è più alta di quella di altri Paesi”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La letalità, il numero dei morti sul totale malati, del Covid-19 in Italia al momento è del 5,8%. Lo afferma il Report dell'Istituto Superiore di Sanità sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi al coronavirus in Italia, appena pubblicato sul sito Epicentro.

L'età media dei pazienti deceduti, riporta il documento, e positivi al coronavirus, è 80 anni, più alta di circa 15 anni rispetto ai positivi, e le donne sono il 28,4%. Sono due i pazienti deceduti Covid-19 positivi di età inferiore ai 40 anni.

"Si tratta di una persona di 39 anni – si legge – di sesso maschile, con pre-esistenti patologie psichiatriche, diabete e obesità, deceduta presso il proprio domicilio e di una persona di 39 anni, di sesso femminile, con pre-esistente patologie neoplastica deceduta in ospedale". Le donne decedute dopo aver contratto infezione da Covid-19 hanno un'età più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 84.2 – uomini 80.3) e la letalità aumenta in maniera marcata dopo i 70 anni.

Negli uomini la letalità risulta più alta, il 7,2%, mentre nelle donne è del 4,1%. "La differenza nel numero di casi segnalato per sesso – continuano gli esperti – aumenta progressivamente in favore di soggetti di sesso maschile fino alla fascia di età 70-79. Nella fascia di età maggiore di 90 anni il numero di casi di sesso femminile supera quello dei casi di sesso maschile probabilmente per la struttura demografica della popolazione".

"La letalità stratificata per fasce di età non è più alta di quella di altri Paesi. Scontiamo un'età media molto alta e una percentuale significativa della popolazione che ha più patologie, un fattore che aumenta il rischio di morte. Non a caso il numero medio di patologie osservate nei deceduti è di 2,7", ha spiegato Graziano Onder, direttore del Dipartimento malattie cardiovascolari, dismetaboliche e dell'invecchiamento, a corredo del report dell'Istituto superiore di sanità.

Ci sono studi che mostrano che i contagi asintomatici possono essere circa dal 18% al 30%. A spiegarlo è il direttore del dipartimento Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) Giovanni Rezza. "Questa è anche una buona notizia, perché evidentemente c'è molta gente che non è ammalata o si ammala molto lievemente. Questo farebbe abbassare di molto la mortalità, però è vero che ciò rappresenta un problema dal punto di vista delle misure di contenimento e di controllo, anche se la Cina ha dimostrato che si può fare contenimento" ha spiegato.

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