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Coronavirus, Bertolaso: “Sistema sanitario ha autonomia di due mesi, mancano medici e infermieri”

Per l’ex numero della protezione civile nazionale a mancare nell’emergenza coronavirus non sono tanto le strutture sanitarie ma quanto i medici e gli infermieri necessari a gestirle, “un problema cronico da anni in tutta Italia” che con “l’assunzione in fretta e furia di medici e infermieri da dirottare verso le zone rosse del Nord” ha provocato “una fuga di personale sanitario che ha depauperato le altre Regioni, mettendo in seria difficoltà le strutture del centro-sud”.
A cura di Antonio Palma
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"Il Sistema sanitario nazionale, a voler essere ottimisti, ha un'autonomia di due mesi e se gli ospedali tornano nelle condizioni di marzo scorso, con i pochi medici e infermieri disponibili che peraltro vengono chiamati eroi e non percepiscono un euro in più rispetto a prima della pandemia, c'è da essere preoccupatissimi" a lanciare l'allarme è l'ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso alla luce dei numeri sempre crescenti del contagio da coronavirus in Italia e dei relativi ricoveri per covid in ospedale. "Numerosi colleghi mi stanno chiamando in queste ore per denunciare una condizione già complicata dal punto di vista sanitario. Gli ospedali sono sotto stress, molti medici si stanno ammalando, si va verso una situazione serissima" ha aggiunto Berolaso in un'intervista a Libero

Per l'ex numero della protezione civile nazionale a mancare non sono tanto le strutture ma quanto i medici e gli infermieri necessari a gestirle, "un problema cronico da anni in tutta Italia" e che rischia di fare saltare l'intero sistema sanitario con la seconda ondata di contagi anche "perché c'è un evidente squilibrio nella distribuzione dei medici provocato dalle scelte governative". "A marzo, la Protezione civile ha assunto in fretta e furia medici e infermieri da dirottare verso le zone rosse del Nord; Ognuno di questi medici guadagnava 300 euro al giorno, più vitto e alloggio pagato, contro una media nazionale di 100 euro al giorno. Risultato: una fuga di personale sanitario che ha depauperato le altre Regioni, mettendo in seria difficoltà le strutture del centro-sud" ha sottolineato Bertolaso, aggiungendo: "Oggi il governo continua a incorrere nello stesso errore: sforna Dpcm sempre più restrittivi che sono un segnale di una resa di fronte all'epidemia dilagante, imponendo chiusure progressive con pesantissime conseguenze economiche sulla società. Mancano le contromisure propositive! Dov' è la soluzione se mi chiudi dentro casa ma poi mi costringi a dieci ore di fila per fare un tampone? Perché gli organici sono ancora insufficienti Invece di rincorrere il virus, bisognava subito controllare a tappeto la situazione epidemiologica con l'obiettivo di fare 60 milioni di tamponi, uno per ogni italiano. Non mi si venga a dire che non si poteva fare, i tamponi e i reagenti oggi te li tirano dietro".

"Noi sapevamo che l'epidemia sarebbe tornata e che bisognava avere posti letto " ha sottolineato poi Bertolaso difendendo la sua scelta di costruire l'ospedale in Fiera a Milano . "Avevo subito capito che quegli ospedali sarebbero potuti servire e me ne sono fregato delle critiche" ha ricordato a "Quarta Repubblica". "Abbiamo costruito un ospedale gratis, senza pesare sulle tasche dei cittadini, e adesso quella realtà è a disposizione di tutti gli italiani per le necessità della seconda ondata: un Hub nazionale pronto a ricevere pazienti con elicotteri e ambulanze. Come un estintore che sta lì in caso di emergenza"  ha sostenuto l'ex capo della Protezione civile.

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