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Coronavirus, a Galeata niente prima Comunione ai bimbi che non fanno il tampone

Tampone obbligatorio per diagnosticare il coronavirus ai bambini che riceveranno la prima comunione, è la decisione presa dal sindaco di Galeata, nel Forlivese, in accordo col parroco locale, per evitare il diffondersi del contagio nella comunità. Il primo citadino ha anche invitato i concittadini “ad evitare ricevimenti, pranzi, feste e ritrovi” dopo il rito religioso.
A cura di Antonio Palma
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Niente prima Comunione ai bambini che non fanno il tampone per diagnosticare il coronavirus, è la singolare decisione presa dal sindaco di Galeata, nel Forlivese, per evitare il diffondersi del contagio nella comunità locale già colpita di recente da un focolaio di infezione. Come ha spiegato la stessa prima cittadina Elisa Deo, la decisione è stata presa di comune accordo col prete della parrocchia locale in vista dell’appuntamento religioso di domenica prossima che prevede la partecipazione di diversi ragazzini della comunità.

“Da circa 10 giorni, quando è stato identificato il primo caso di positività, le persone contagiate sono notevolmente aumentate. In questo preciso momento i casi notificati sono 7,  i quarantenati hanno raggiunto il numero di 26 e siamo in attesa di ricevere l'esito di altri tamponi. Purtroppo il numero dei contagiati potrebbe aumentare” ha scritto il sindaco in un lungo post su Facebook, aggiungendo: “A Galeata i contagiati sono per lo più persone giovani e tra questi abbiamo anche un bambino. A fronte di ciò, ho ritenuto necessario interpellare il servizio di Igiene Pubblica Ausl, dal quale ho avuto disponibilità per sottoporre a tampone tutti i bambini che riceveranno il Sacramento. Visto che il tampone sarà su base volontaria, rendo noto, in accordo con il nostro Parroco Don Massimo, che coloro che non effettueranno l'esame, peraltro gratuito, non potranno partecipare al rito, a tutela degli altri bambini”.

“Purtroppo ho come l'impressione che con il passare del tempo, complice la stanchezza di quella che ci è sembrata una vietata libertà, ma che in realtà non ci è mai mancata, si è sottovalutato il problema e ci siamo abituati a pericolose routine, Spero sia chiaro a tutti che il Covid esiste e che di Covid si muore” ha ricordato la stessa Elisa Deo invitando “fortemente” i concittadini “ad evitare ricevimenti, pranzi, feste e ritrovi” dopo il rito religioso. “Ritengo che la Comunione si possa svolgere in quanto mi sono assicurata che verranno adottate tutte le precauzioni di contrasto al Covid, mentre ribadisco che tutto il resto debba essere assolutamente evitato per “evitare in coscienza assembramenti e situazioni di promiscuità in locali pubblici” ha concluso il primo cittadino, ricordando che “Non è competenza del Sindaco intervenire in merito all'organizzazione di una funzione religiosa".

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