Confiscato tesoro del boss Capizzi, in carcere per l’omicidio del maresciallo Guazzelli

A ventiquattro anni esatti dall'assassinio del maresciallo dei carabinieri Giuliano Guazzelli, ucciso dalla mafia nell'Agrigentino il 4 aprile del 1992, nuovo colpo contro il boss di Cosa Nostra Simone "Peppe" Capizzi, il 73enne detenuto dall'ottobre 1993 e condannato all'ergastolo per l'omicidio del militare. A seguito delle indagini degli inquirenti, la Direzione investigativa antimafia di Agrigento infatti ha fatto scattare questa mattina la confisca di beni a carico del vecchio padrino e del figlio Giuseppe, anche lui in cella dal luglio 2006 con l'accusa di essere un autorevole esponente della famiglia mafiosa di Ribera, in provincia di Agrigento.
La confisca del tesoro del boss Capizzi è stata disposta dalla prima sezione del tribunale di Agrigento, su richiesta del pool Misure di prevenzione della procura di Palermo coordinato dal procuratore aggiunto Dino Petralia. Il provvedimento in particolare riguarda dieci terreni e tre fabbricati, ritenuti nel disponibilità del vecchio boss e del figlio 50enne, per un valore complessivo di 800 mila euro. Gli immobili e i terreni in realtà erano intestati ad alcuni prestanome proprio con l'intento di evitare i sequestri, ma le indagini economico-patrimoniali della Dia agrigentina sono riuscite a risalire ai reali proprietari facendo scattare i sequestri.
Come spiegano dalla stessa Dia, nel corso delle indagini è stato di rilevante importanza il sequestro dei cosiddetti pizzini ritrovati nel covo di Bernardo Provenzano e ad Antonino Giuffré, poi divenuto collaboratore di giustizia, relativi al conflitto sorto tra il Giuseppe Capizzi e il re dei Despar della Sicilia occidentale, Giuseppe Grigoli, che però vantava il sostegno del superlatitante Matteo Messina Denaro. Per dirimere la questione fu chiamato in causa direttamente il boss Bernardo Provenzano attraverso numerosi messaggi.