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Concordia, la Procura ricorre in appello: “16 anni per Schettino troppo pochi”

Per la Procura di Grosseto la condanna a 16 anni per il naufragio della Costa Concordia non sarebbe congrua.
A cura di Antonio Palma
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Per la Procura di Grosseto è troppo esigua la pena a 16 anni di carcere per l'ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, condannato dal Tribunale in primo grado l'11 febbraio scorso per il naufragio dell'Isola del Giglio che è costato la vita a 32 persone. Per questo i pm che si occupano del caso, Maria Navarro, Stefano Pizza e Alessandro Leopizzi, hanno deciso di ricorrere in Appello contro quella sentenza e chiedere così una pena molto più severa per Schettino. Per i magistrati la condanna a 16 anni infatti non sarebbe congrua con il delitto commesso dall'uomo. Del resto quello dell'accusa era un ricorso annunciato visto che già durante il dibattimento al Tribunale di Grosseto il pubblico ministero aveva chiesto per Francesco Schettino una condanna a 26 anni di reclusione. Nel frattempo comunque Schettino non ha scontato neppure un giorno in carcere perché i giudici hanno ritenuto che non vi fosse il pericolo di fuga e potrà attendere in libertà la sentenza del processo di Appello.

Per stabilire la sua condanna a 16 anni di carcere per il naufragio della Costa Concordia, i giudici calcolarono una pena di cinque anni per il reato di naufragio colposo, dieci anni per i reati di omicidio plurimo colposo e lesioni plurime colpose – in relazione ai 32 morti e 157 feriti – ed un anno per i reati di abbandono della nave e abbandono di incapaci. Schettino infine fu anche interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e dalla professione di comandante di nave per cinque anni. Contro di lui però non è stata riconosciuta la colpa cosciente per i reati di omicidio e lesioni colpose. Contro quella sentenza avevano già fatto ricorso in appello alcune delle parti civili. A questo punto manca solo il ricorso della Difesa, già annunciato, che al contrario chiede per l'imputato un ulteriore sconto di pena.

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