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“Con basi Nato lungo il confine russo si torna alla guerra fredda”: il generale Bertolini a Fanpage.it

La Nato paventa l’ipotesi di un esercito permanente su Polonia, Romania e Paesi Baltici per difendersi dalla Russia. Il generale Bertolini a Fanpage.it: “Possibile volontà di escalation da parte della Nato. L’Italia? Non ha politica militare chiara, non potrebbe difendersi”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Il Generale italiano Marco Bertolini
Il Generale italiano Marco Bertolini

La Nato sta valutando la costruzione di una o più basi permanenti di un esercito nei territori un tempo soggetti alla dominazione sovietica, lungo il confine di Polonia, Romania e Paesi Baltici. Dopo le anticipazioni fatte dal presidente americano Joe Biden durante la visita a Varsavia, la conferma arriva dal segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg. Una misura, questa, che segna "gli effetti a lungo termine" dell'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina. La decisione operativa dovrebbe arrivare al vertice della Nato in programma a Madrid a fine giugno. Nel frattempo la Finlandia valuta di dire addio alla neutralità e bussa alle porte dell'Organizzazione. Secondo il generale Marco Bertolini, ex comandante del Comando operativo interforze (Coi) e della Folgore, intervistato da Fanpage.it, questo potrebbe essere l'atto iniziale di un'escalation pericolosa e sempre più probabile del conflitto.

Generale, la presenza di un esercito permanente in Romania, Polonia e Paesi Baltici rappresenta un rafforzamento della Nato che la Russia non aveva previsto?

Si tratta di un ritorno alla logica della Guerra Fredda, quando la Germania era ripartita in diverse zone di occupazione. Si torna a una logica sicuramente non confortante e positiva per il futuro. Vuol dire che la Russia può raggiungere qualsiasi accordo con l'Ucraina, ma che l'Europa non si fida. Questa è una manifestazione di sfiducia notevole che va a distruggere i rapporti tra Europa occidentale e Russia. Difficile dire se fosse previsto.

Il Capo degli Stati Maggiori Riuniti ha paventato strutture permanenti in Polonia, Romania e Paesi Baltici. Come saranno organizzate secondo lei?

Deciderà il Comando S.H.A.P.E della Nato, in Belgio. Da qui dipende l'organizzazione e le unità che eventualmente saranno schierate in questi Paesi. Bisogna vedere che tipo di forze potrebbero essere schierate, per la composizione specifica è un po' presto. Sicuramente si tratterebbe di forze sul piano aereo e terrestre in Polonia, la Romania potrebbe avvalersi anche di unità navali.

Questi rafforzamenti delle truppe Nato potrebbero esporre Romania, Polonia e Paesi Baltici a un'invasione?

Sono misure che sottolineano se non altro un'escalation della sfiducia, la volontà di non avere più rapporti con la Russia a prescindere da quel che avverrà in Ucraina. Questo è un ritorno al passato molto preoccupante che ritarderà un'unificazione vera dell'Europa. Resteranno prospettive diverse da un Paese all'altro e si amplieranno nel futuro. Però questa volontà potrebbe anche avere un significato politico-strategico.

Cioè?

Potrebbe essere indice di una soluzione frutto di negoziati, il segnale che all'orizzonte c'è la possibilità di un accordo con il completamento del controllo russo tra Crimea e Donbass. Questa misura potrebbe essere un modo di correre ai ripari.

L'Ucraina è stata armata da Usa, Italia, Germania, Polonia e Gran Bretagna. Sono tutti Paesi Nato: possiamo dire che siamo davanti a un conflitto tra l'Alleanza e la Russia?

L'Ucraina è stata armata dalla conquista della Crimea e dal conflitto del Donbass. Agli Usa poi si sono aggiunti anche i Paesi della Nato. Si tratta di un contributo indiretto che indica uno sbilanciamento della Nato da una parte, è chiaro. La Russia per ora non ha interesse a sottolineare questa tematica. Se la Nato rompesse gli indugi, l'escalation potrebbe essere incontrollata e deleteria per tutti. Certo quanto sta accadendo avrà effetti politici che potrebbero portare a un'escalation

Il fatto che la Finlandia stia pensando di entrare nella Nato rafforza le tensioni: è il momento di schierare truppe permanenti questo?

Questa è quasi una volontà di escalation, come se la Nato volesse provocare uno sforzo. Ormai è chiaro che la Russia non vuole confinare con la Nato. Mosca condivide i confini lungo i Paesi Baltici e se l'Ucraina fosse entrata nell'Alleanza, li avrebbe condivisi anche lì. Questo è uno scenario che il Cremlino non accetta: se la Finlandia entrasse nella Nato, sicuramente ci sarebbe una reazione che però a questo punto sarebbe voluta dall'Organizzazione.

Un eventuale rafforzamento a oriente potrebbe lasciare scoperto il fronte a Sud e quindi esporre l'Italia? L'ex consigliere di Putin Karaganov ha detto che non potremmo difenderci militarmente

La discussione sulla necessità di non lasciare sguarnito il fronte meridionale va avanti da anni. Questa è una realtà, certo. L'Italia poi non ha mai avuto una politica militare chiara: ha dimostrato poca previdenza. Il nostro Paese non ha assicurato alle forze armate risorse finanziarie e materiali. Sicuramente ora si rende necessario ripensare alla nostra politica di difesa

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