Città di Castello, muore due ore dopo le dimissioni: indagati due medici per la morte di Sara Scarabicchi

Una vita spezzata in poche ore e una comunità sconvolta. La Procura di Perugia ha aperto un’inchiesta sulla morte di Sara Scarabicchi, 43 anni, deceduta il 3 novembre scorso nella sua abitazione di Città di Castello, appena due ore dopo essere stata dimessa dal pronto soccorso dell’ospedale cittadino. L’ipotesi di reato è omicidio colposo. Due medici di 32 anni – una dottoressa del pronto soccorso e un cardiologo – sono stati iscritti nel registro degli indagati.
Il malore a Città di Castello e la visita in ospedale
Secondo quanto ricostruito nella denuncia presentata dai familiari, Sara quella mattina aveva accusato forti dolori addominali e toracici, accompagnati da vomito e diarrea. Si è recata in ospedale, dove le è stato attribuito un codice di urgenza “differibile”. Dopo circa un’ora d’attesa, è stata sottoposta a esami di routine – tra cui elettrocardiogramma e analisi del sangue – che non avrebbero evidenziato anomalie significative.
La diagnosi formulata dai sanitari parla di “interessamento pericardico in corso di gastroenterite virale”. Le sono stati prescritti farmaci, dieta leggera e controlli ambulatoriali successivi. Poco dopo le 13.30, Sara è stata dimessa e ha fatto ritorno a casa, nel quartiere di San Pio.
Il peggioramento e la tragedia di Sara Scarabicchi
Solo due ore più tardi, intorno alle 15, la situazione è precipitata. La donna è stata trovata priva di sensi da un familiare. I tentativi di rianimazione si sono rivelati vani, nonostante l’intervento del 118 e l’arrivo di un’eliambulanza. La morte improvvisa, a così breve distanza dal ricovero, ha lasciato sgomenti i parenti e l’intera città.
La famiglia, assistita dagli avvocati Roberto e Gianmarco Bianchi per la madre e il fratello, e dagli avvocati Eugenio Zaganelli e Giacomo Bacchi per l’ex compagno e il figlio di quattro anni, ha presentato una formale denuncia alla Procura chiedendo di accertare se la morte potesse essere evitata. “Una storia di malasanità” si legge nella denuncia, in cui si sollecita di verificare eventuali errori, omissioni o negligenze da parte dei sanitari che avevano preso in carico la paziente.
L’indagine della procura di Perugia e l’autopsia
Il pubblico ministero Gianpaolo Mocetti coordina l’inchiesta, che mira a ricostruire con precisione le procedure adottate al pronto soccorso e la valutazione clinica effettuata. Il magistrato ha disposto il sequestro della salma e il trasferimento all’obitorio di Città di Castello. È stata fissata per il giorno successivo l’autopsia, affidata alla dottoressa Donatella Fedeli, per stabilire la causa esatta del decesso.
I due medici indagati potranno nominare propri consulenti tecnici per partecipare all’esame autoptico, così come i legali dei familiari. I risultati dell’autopsia saranno cruciali per comprendere se la diagnosi di gastroenterite virale fosse corretta o se fossero presenti segnali di una patologia cardiaca o di altra natura che avrebbe richiesto il ricovero immediato.
Il cordoglio e la reazione delle istituzioni
La notizia della morte di Sara ha suscitato profonda commozione a Città di Castello, dove la donna era molto conosciuta. “Oggi avrebbe compiuto 44 anni”, ricordano amici e conoscenti sui social.
L’Usl Umbria 1, con una nota ufficiale, ha espresso “profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia e alla comunità”, garantendo “massima collaborazione con gli organi competenti incaricati di fare chiarezza sull’accaduto”. La direzione sanitaria ha annunciato l’avvio di accertamenti interni per verificare le procedure seguite dal personale e ricostruire con precisione ogni dettaglio del percorso clinico della paziente.
Anche la presidente della Regione, Stefania Proietti, ha manifestato la propria vicinanza ai familiari, assicurando “trasparenza e responsabilità in ogni fase degli accertamenti”.