Processo Ciro Grillo

Ciro Grillo, pm chiede 9 anni per i 4 imputati: “Vicenda più grande di loro, giovane età merita attenuanti”

Nove anni di carcere sono stati chiesti dal Procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, per Ciro Grillo e i suoi tre suoi amici genovesi, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese. I fatti risalgono all’estate del 2019.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo una lunga requisitoria il procuratore capo di Tempio Pausania Gregorio Capasso ha avanzato le sue richieste di condanna nel processo che vede imputati quattro giovani per il presunto stupro di gruppo ai danni di una studentessa di 19 anni, avvenuto sei anni fa nella villa di famiglia di Beppe Grillo in Costa Smeralda.

Il pm ha chiesto nove anni di reclusione per ciascuno degli imputati: Ciro Grillo, figlio del comico e fondatore del Movimento 5 Stelle, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. I fatti risalgono alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019, nella casa al Pevero, località esclusiva della Gallura.

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Questa mattina, a differenza di ieri quando si erano presentati in aula tre dei quattro giovani (assente solo Corsiglia), nessuno degli imputati era presente. Durante la requisitoria, Capasso ha dichiarato senza mezzi termini: "La loro ricostruzione degli eventi è incompatibile con la logica". Il magistrato ha sottolineato la complessità del caso, invitando a non farsi travolgere dall’emotività, pur riconoscendo la giovane età dei protagonisti della vicenda. "Parliamo di sei ragazzi che all’epoca avevano 19 anni. Due ragazze che hanno subito quello che hanno subito, quattro ragazzi che vivono comunque una situazione drammatica. Non è stato un processo facile", ha detto il pm, concedendo agli imputati le attenuanti generiche proprio in ragione della loro età. "Di solito nelle requisitorie dei grandi processi si alza la voce, si mette enfasi. Qui non è il caso di farsi travolgere dalle emozioni. Siamo davanti a ragazzi… l'abbiamo visto piangere ieri, uno di loro. E prima di lui, in quest'aula, la ragazza. Tutti quanti sono stati coinvolti in una vicenda più grande di loro. È chiaro che questa cosa ci dispiace".

Tuttavia, le aggravanti pesano come macigni. Prima fra tutte, la "condizione di inferiorità" della presunta vittima, causata dall’eccessivo consumo di alcol. Secondo l’accusa, la giovane fu sopraffatta da "una valanga di approcci sessuali", fino allo stupro da parte dei quattro coetanei, approfittando del fatto che lei, in stato di incoscienza, "non era in grado di esprimere un consenso". A peggiorare il quadro, l’accusa sostiene che le sarebbe stato somministrato un "beverone a base di vodka".

Il processo ora passa alla fase delle parti civili. Oggi è intervenuto Vinicio Nardo, legale insieme a Fiammetta Di Stefano dell’altra ragazza coinvolta, ripresa in alcune foto oscene mentre dormiva. È seguita Giulia Bongiorno, che difende la studentessa che ha sporto denuncia per stupro, insieme al collega Dario Romano.

La prossima settimana la parola passerà alle difese, prima che il giudice pronunci la tanto attesa sentenza. L'avvocato Gennaro Velle, che difende Francesco Corsiglia con la collega Antonella Cuccureddu, ha tuttavia già espresso il suo punto di vista: "Ci aspettavamo una richiesta di condanna ad una pena molto elevata. Nella nostra discussione faremo rilevare tutti quelli che sono gli elementi che tolgono attendibilità alla persona offesa e le prove che ci sono sull'innocenza del mio assistito. Certamente non è finita qui, attenderemo poi il verdetto dei giudici, ma abbiamo tutte le frecce nel nostro arco per arrivare, speriamo, ad una conclusione positiva del processo".

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