Ciro Grillo, le motivazioni della condanna per stupro: “Gruppo brutale, consapevoli di fare del male”

Secondo il Tribunale di Tempio Pausania, la giovane italo-norvegese che ha denunciato il figlio di Beppe Grillo, Ciro, e i suoi tre amici Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, sarebbe del tutto attendibile. Le sue dichiarazioni sono pienamente riscontrate secondo quanto si legge nelle motivazioni della sentenza di condanna per violenza sessuale. Lo scorso 22 settembre, il Tribunale ha condannato a 8 anni di reclusione Ciro Grillo (a fronte dei 9 chiesti), Edoardo Capitta e Vittorio Lauria e a 6 anni e 6 mesi Francesco Corsiglia.
Lo stupro denunciato dalla 19enne sarebbe accaduto nel residence di Ciro Grillo in Costa Smeralda in una situazione, secondo il Tribunale, di inferiorità fisica causata dall'ampio consumo di alcol. Secondo i giudici, ci sarebbe stata una particolare brutalità del gruppo ora condannato e per questo motivo la vittima sarebbe stata impossibilitata a reagire.
La sentenza per la violenza sessuale avvenuta tra il 16 e il 17 luglio 2019 a Porto Cervo è arrivata dopo tre ore di camera di consiglio e tre anni di processo. La condanna ricevuta dai tre è arrivata in primo grado. Il gruppo di amici dovrà ora andare in processo di Appello ed eventualmente in Cassazione.
Secondo i giudici, la giovane sarebbe stata indotta ad assumere un beverone contenente una grande quantità di vodka che avrebbe poi posto la giovane in condizione di inferiorità fisica e psichica, rendendola incapace di difendersi. Nelle 72 pagine di motivazioni della sentenza si legge che il gruppo "ha agito in un contesto predatorio e di prevaricazione", non tenendo in considerazione lo stato di fragilità della vittima, in stato di inferiorità dovuto all'assunzione forzata di super alcolici. "Non vi è alcun dubbio – si legge – che gli imputati abbiano, con la loro azione, consapevolmente leso la libertà sessuale della ragazza".