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Processo Ciro Grillo

Ciro Grillo, al processo per violenza sessuale testimonia la mamma: “Non ha sentito nulla”

Oggi la testimonianza, tra gli altri, di Parvin Tadjk, moglie di Beppe Grillo e mamma di Ciro, al processo che vede imputato il figlio e tre suoi amici accusati di violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo nei confronti di due ragazze.
A cura di Susanna Picone
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Ciro Grillo (foto Instagram)
Ciro Grillo (foto Instagram)
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Nuova udienza a Tempio Pausania del processo in cui è imputato Ciro Grillo, figlio di Beppe, e tre suoi amici, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, con le accuse di violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo nei confronti di due ragazze.

Oggi l'audizione di nuovi testimoni indicati dalla Procura: davanti alla corte presieduta da Marco Contu (a latere Nicola Bonante e Marcella Pinna), sfilano nove testi, fra cui Parvin Tadjk, moglie di Beppe Grillo e madre di Ciro. La donna è arrivata davanti al tribunale intorno alle 11.30 ed è entrata senza rilasciare nessuna dichiarazione.

La madre di Ciro Grillo testimonia in aula per un'ora

La deposizione della madre di Grillo è durata un’ora esatta, poi ha lasciato il tribunale senza rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. "La signora Grillo, così come tutti gli altri testimoni, anche quelli che sono stati sentiti le volte precedenti, ha raccontato di non aver sentito niente. Né lei né le persone che abitavano nella sua casa”, ha detto l'avvocata Antonella Cuccureddu, che difende Francesco Corsiglia. Parvin Tadjk in aula avrebbe descritto una giornata "assolutamente normale" il giorno dopo i presunti abusi. In aula avrebbe dunque confermato quanto già detto: di non aver sentito nulla di strano quella notte.

Ha testimoniato oggi tra gli altri uno dei titolari del bar tabacchi "Il caffè degli artisti" di Porto Cervo, dove una delle presunte vittime sarebbe andata a comprare le sigarette insieme a uno dei ragazzi imputati. "È passato troppo tempo, è impossibile ricordare se quei ragazzi sono entrati nel nostro bar. Abbiamo anche un sistema di telecamere, ma i carabinieri sono venuti da noi nell'aprile 2021, due anni dopo, le immagini erano già state cancellate", ha detto.

Le presunte violenze sessuali in Sardegna

Le violenze si sarebbero consumate la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella villetta a schiera di proprietà della famiglia Grillo a Porto Cervo, in Costa Smeralda. Durante la fase delle indagini la mamma di Ciro Grillo, che quella notte dormiva nella casa accanto a quella dei ragazzi, aveva dichiarato agli inquirenti di non aver sentito o visto nulla di anomalo nonostante avesse detto ai ragazzi "di tenere le finestre aperte".

"Ogni volta è una ferita che brucia”, le parole dell'avvocato Dario Romano, uno dei difensori di una delle vittime. "I ricordi della nostra assistita sono vivi", ha detto prima dell'udienza. E ancora: “In questo Paese è difficile fare denunce di violenza sessuale proprio perché nei processi lunghi il dolore di chi denuncia è prolungato nel tempo, con tutte le componenti di vittimizzazione secondaria”. L’avvocato ha commentato anche le dichiarazioni della mamma di Ciro Grillo che non avrebbe sentito nulla quella notte: "Sotto questo profilo è ininfluente perché nessuno ha mai parlato di urla o di grida”.

Al termine dell'udienza ha poi fatto sapere che "nelle testimonianze di oggi sono emerse numerose contraddizioni che contesteremo, anche con produzione documentale, nelle prossime udienze. Non posso entrare nel merito, ma dire che non si sono sentite grida o che non ricordano di avere visto i ragazzi non ha alcuna rilevanza".

La denuncia delle vittime

Il dibattimento si tiene a porte chiuse per tutelare le vittime, una ragazza italiana e l’altra italo-norvegese che all'epoca dei fatti avevano 19 anni, e anche gli imputati. Le ragazze saranno sentite in una delle prossime udienze, in audizione protetta. La studentessa italo-norvegese, rientrata a Milano dopo la vacanza in Sardegna, aveva denunciato ai carabinieri di essere stata stuprata a turno dai quattro giovani conosciuti al Billionaire.

Nella casa di Porto Cervo la studentessa aveva detto di essere stata costretta a bere vodka, quindi stuprata prima da Corsiglia e poi anche dagli altri tre. E tutte le violenze sarebbero state filmate. Video e foto che sono stati sequestrati e ammessi agli atti del processo.

La Procura accusa il gruppo di stupro anche nei confronti della seconda ragazza, oggetto di foto oscene scattate mentre dormiva su un divano. I quattro ragazzi, difesi dagli avvocati Enrico Grillo, Ernesto Monteverde, Sandro Vaccaro, Gennaro Velle, del Foro di Genova, Antonella Cuccureddu e Mariano Mameli del Foro di Sassari, si sono sempre dichiarati innocenti, sostenendo che i rapporti sessuali fossero consensuali.

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