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Cibo sintetico, Nas: “Nessuna prova che faccia male ma serve una legge per il settore”

L’intervento del numero uno dei Nas durante un’audizione al Senato per discutere del ddl Alimenti e mangimi sintetici. Secondo il generale Carra, gli studi del settore sono ancora pochi per dare risposte certe e finora non sono emerse evidenze precise in grado di valutare possibili effetti negativi sulla salute dei cittadini.
A cura di Antonio Palma
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Al momento non vi è nessuna prova che indichi che il cibo sintetico faccia male ma serve una legge per regolare il settore che è in via di espansione, lo ha ricordato il generale dei carabinieri Paolo Carra, comandante dei NAS, I Nuclei Antisofisticazioni e Sanità del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute. L’intervento del numero uno dei Nas durante un'audizione dinanzi alle commissioni riunite Industria-Agricoltura e Sanità-Lavoro del Senato per discutere del ddl Alimenti e mangimi ‘sintetici, il disegno di legge sul divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici

Secondo il generale Carra, gli studi del settore sono ancora pochi per dare risposte certe e finora non sono emerse evidenze precise in grado di valutare possibili effetti negativi sulla salute dei cittadini derivanti da questo tipo di alimenti. “Al momento, sulla base dei numerosi studi scientifici svolti in materia, non sempre concordi tra loro, nonché in considerazione dello stato embrionale della ricerca e della sperimentazione di tali tipologie di alimenti, non si è in grado di valutare possibili effetti negativi sulla salute pubblica derivanti dal consumo di cibi non convenzionali" ha spiegato infatti Carra nella sua audizione a Palazzo Madama.

Allo stesso tempo, secondo l’alto ufficiale dell’Arma, c’è bisogno di una legge che regoli il settore e sia di supporto e guida alle forze dell’ordine che operano nel campo come i Nas. "Premesso quanto sopra, si concorda pienamente con le finalità del disegno di legge, vista la necessità di colmare il gap normativo nello specifico settore e fornire uno strumento legislativo a supporto dell'attività degli organi di controllo" ha dichiarato infatti il generale.

Da tempo ormai in Italia si discute del cibo cosiddetto sintetico e cioè preparato in laboratorio e che gli scienziati preferiscono chiamare ‘agricoltura cellulare' o ‘carne coltivata'. Proprio oggi ad esempio è nata l’autoproclamata Alleanza a difesa dei consumatori e dell’ambiente che ha raccolto ben 39 organizzazioni nazionali del settore per dire no a questi tipo di cibo.

"Ci si sta preoccupando troppo presto" e "si è arrivati a definire delle regole quando mandano ancora elementi per decidere", sostiene invece ad esempio il genetista Michele Morgante, dell'Università di Udine e membro dell'Accademia Nazionale dei Lincei. “È tecnicamente un errore chiamare ‘cibo sintetico' la carne coltivata in laboratorio. Si definisce ‘sintetico' ciò che è il risultato di processi in cui si utilizzano composti e reazioni chimiche, ma nel caso della carne coltivata si utilizzano cellule staminali che in laboratorio vengono fatte differenziare per produrre muscolo” ha rilevato invece Roberto Defez, dell'Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

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