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Caso Bibbiano, news sull'inchiesta Angeli e Demoni

“Ci sono state anomalie, ma il sistema Bibbiano per allontanare i minori non esiste”

La commissione speciale della Regione Emilia-Romagna fa il punto dei lavori con oltre 60 ore di audizioni. “La media di affidi è in linea con quella nazionale, ma la relazione finale non sarà un’assoluzione neanche per noi stessi: la politica si è interessata poco al tema prima di Bibbiano”. In Liguria il maggior numero di allontanamenti, Campania penultima.
A cura di Beppe Facchini
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Non esiste nessun sistema emiliano-romagnolo che ha come obiettivo primario quello di allontanare i minori dalle proprie famiglie, ma esistono a Bibbiano dei casi in cui qualche anomalia si è verificata e sui quali la magistratura sta svolgendo il suo lavoro”. Lo ha chiarito il consigliere in assemblea legislativa di Sinistra Italiana, Igor Taruffi, vicepresidente della commissione speciale di inchiesta istituita dalla Regione Emilia-Romagna dopo l’inchiesta “Angeli e Demoni” sui presunti affidi illeciti in Val D’Enza. “I numeri dimostrano che questo sistema non esiste, ma ci sono delle responsabilità individuali sulle quali l’autorità giudiziaria sta continuando le sue verifiche” gli fa eco il consigliere del Pd, Giuseppe Boschini, a capo della commissione. L’altro vicepresidente è la pentastellata Raffaella Sensoli: tutti e tre hanno fatto il punto sull’attività svolta finora dai 27 membri della commissione, insediata a inizio agosto e che presenterà la sua relazione finale entro l’ultima seduta dell’assemblea legislativa emiliano-romagnola (19 o 20 novembre) prima del termine del mandato (il voto per le Regionali è fissato al 26 gennaio 2020).

In questi due mesi di lavori, la commissione ha tenuto oltre 25 audizioni, ascoltando, fra gli altri, associazioni, dirigenti pubblici, l’ex sottosegretario con delega alla famiglia Carlo Giovanardi (modenese), i due garanti regionali per l’infanzia che si sono avvicendati negli ultimi anni, i giornalisti Carlo Lucarelli (in qualità di presidente della Fondazione per le vittime dei reati) e Pablo Trincia (autore dell’inchiesta sui “diavoli della Bassa modenese”, dai legami con quella partita questa estate ancora da chiarire esattamente) e i rappresentanti della Carta di Noto e del Cismai, per un totale di oltre 60 ore di sedute. “Il nostro obiettivo è arrivare al 5 o 6 di novembre con una relazione finale da sottoporre poi in assemblea” ha spiegato Boschini. In calendario ci sono ancora altre audizioni, compresa quella del governatore regionale, Stefano Bonaccini.

Di sicuro, finora è emerso che “in Italia manca un sistema organico di raccolta dati sui minori affidati”, ha proseguito il consigliere regionale del Pd, fornendo comunque alcune statistiche importanti. Le ultime a disposizione, aggiornate al 31 dicembre 2017, evidenziano infatti che i minori fuori famiglia in Emilia-Romagna sono 2.970 (2.991 l’anno precedente, 3.027 nel 2015) per una media di 2,7 minori ogni mille, in linea con quella nazionale pari a 2,6. In Francia è di 9,5 ogni mille; in Germania si arriva al 9,6, mentre in Gran Bretagna la statistica schizza 16 minori allontanati ogni mille. La regione col dato più alto è invece la Liguria: circa 5 minori ogni mille. La Sicilia è a 3,1, il Piemonte a 2,9, la Lombardia a 2,7, mentre la Campania, seguita solo dall’Abruzzo, è all’1,9. “Di questi quasi tremila minori fuori famiglia –ha chiarito ancora Boschini- 1.529 sono in affido, che si distingue in giudiziario e consensuale, oltre che a tempo e pieno e tempo parziale ed a extrafamiliare e parentale”. I minori in affido giudiziario a tempo pieno ed extrafamiliare sono 735 (il 48%). “Durante i lavori della commissione –ha continuato Boschini- sono emerse inoltre criticità che riguardano la formazione degli operatori, il numero di assistenti sociali e psicologi, spesso sotto organico, il sistema di supervisione, che va potenziato, e il fatto che probabilmente serviranno degli interventi normativi: proporremo di mettere mano dunque alle leggi regionali”.

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“In Italia c’è un sistema di affidi con diversi problemi, anche perché molte leggi sono degli anni ’30 e ’40 –ha aggiunto il consigliere dem-. La politica si è interessata poco al tema prima di Bibbiano: la nostra relazione finale non sarà un’assoluzione neanche per noi stessi”. Ma quello emerso dalla carte dell’inchiesta si può definire un vero e proprio “sistema Bibbiano”? “No se lo intendiamo un sistema criminale o deviato, ma non mi sento di escludere che in Val d’Enza, così come in altre parti di Italia, ci siano episodi di degenerazione” è la risposta di Boschini. “Ci sono delle crepe, ad esempio –ha invece ricordato la grillina Sensoli- la Regione non è obbligata a rispondere alle segnalazioni del garante per l’infanzia, e questo non va bene. A Bibbiano c'è un sistema che appare distorto -ha aggiiunto- ma bisogna attendere l'autorità giudiziaria”. Non solo: i tre vicepresidenti della commissione speciale hanno anche auspicato l’intervento del legislatore per rivedere l’iter degli affidi, dando maggior contraddittorio alle famiglie di origine.

Infine, per quanto riguarda nello specifico il numero degli affidi in Val d’Enza, i dati (sempre aggiornati al 2017) parlano di 47 minori allontanati (55 l’anno prima, 52 nel 2015 e 25 nel 2014) senza alcun “boom corrispondente con l’apertura del centro La Cura (quello finito nel mirino dell’inchiesta, ndr) avvenuto ad autunno 2016. È vero che Reggio Emilia ha una percentuale più alta rispetto alla media regionale –ha detto infine Boschini- ma comunque non più di tanto. Ricostruiremo il percorso normativo della Val D’Enza, pur non avendo gli stessi poteri di una commissione parlamentare: chi ha sbagliato è giusto che paghi”.

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