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“Via dalla città per un paesino del Trentino, così abbiamo ritrovato noi stessi”: la storia di Valeria e Nicolò

Valeria e Nicolò, 24 e 26 anni, nel 2022 hanno deciso di lasciare Roma per trasferirsi in Trentino-Alto Adige e cambiare vita. A Fanpage.it hanno raccontato la loro storia: “Eravamo davvero stressati e anche la nostra relazione, che dura da quasi 8 anni, ne stava risentendo. Così ci siamo detti: ‘Proviamoci'”.
A cura di Eleonora Panseri
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Valeria, Nicolò e il loro cane Yuki.
Valeria, Nicolò e il loro cane Yuki.

Da Roma al Trentino Alto-Adige per cambiare vita e "ritrovarsi". È la storia di Valeria e Nicolò, due ragazzi di 24 e 26 anni che dal 2022 vivono in un paesino di 600 abitanti in val di Cembra, nel comune di Giovo. Un luogo dove hanno riscoperto loro stessi e le loro passioni.

"Io avevo iniziato a lavorare da 2/3 anni a Roma. Dai Castelli, dove siamo nati e cresciuti entrambi, ci mettevo quasi 2 ore per farmi 26 chilometri tra autostrada e raccordo. – ha raccontato Nicolò a Fanpage.it – Eravamo davvero tanto stressati e anche la nostra relazione, che dura da quasi 8 anni, ne stava risentendo".

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"Io invece nei mesi precedenti al trasferimento lavoravo in un'azienda dove praticamente facevo solo fotocopie, nonostante sia una contabile. Avevo un contratto a tempo determinato e, quando abbiamo deciso di spostarci, non l'ho rinnovato", dice Valeria.

Nicolò invece, di professione geometra, ci spiega che a Roma aveva "un indeterminato e, tra molte virgolette, ‘part-time', ma facevo 10 ore di lavoro al giorno, anche il sabato a volte. Ho fatto tre anni così".

Il Trentino-Alto Adige è stata una scoperta abbastanza recente. "Fino a quattro anni e mezzo fa non ci eravamo mai stati. Poi io e Valeria abbiamo fatto una vacanza insieme, siamo andati a trovare uno dei miei fratelli che vive in Veneto. E, cogliendo l'occasione, siamo andati anche da mio cugino che abita a Riva del Garda".

Entrambi parlano di "amore a prima vista". "Quando abbiamo imboccato la strada che scende a Riva del Garda siamo davvero rimasti a bocca aperta. – spiegano – Da quel giorno abbiamo deciso di lasciare pagata la struttura che avevamo preso in Veneto e fare un giro in Trentino".

"Sulla strada di ritorno verso Roma, ci siamo guardati e ci siamo detti: ‘Dobbiamo trovare un modo per trasferirci su‘. Abbiamo avuto quell'incoscienza ‘buona' e abbiamo pensato: ‘Proviamoci'".

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Quando hanno comunicato la loro decisione agli amici le reazioni sono stati diverse. "Diciamo che si sono un po' divisi. Cè stato chi ci ha detto: ‘Bravi', altri invece: ‘Ma dove andate? State bene?'", ricordano.

Invece le famiglie "ci hanno sostenuto tanto perché, in generale, ci hanno sempre detto di provare e di sbatterci la testa. Seguiamo la filosofia del ‘Se stai bene, sono felice per te'".

I due sui social raccontano la loro nuova vita. Nicolò aveva già la passione per la montagna, nata quando faceva lo scout, mentre per Valeria invece è stata "una sorta di richiamo, un destino. Negli ultimi anni soffrivo molto di ansia, di attacchi di panico, ora faccio ferrate, trekking e sono state la cura".

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"Prima però la montagna non sapevo nemmeno cosa fosse. – dice la 24enne – A Roma ero nel loop della routine, della vita frenetica, non mi ero mai soffermata a pensare di cosa avevo bisogno davvero. Adesso se non vado in montagna tre volte a settimana sto male (ride, ndr)".

Sui social Valeria e Nicolò ricevono decine di messaggi al giorno da persone che, a tratti anche disperate, chiedono consigli per trasferirsi. "Pensavo sin dall'inizio che sarebbe successo perché è una cosa un po' alla portata di tutti, non ci siamo trasferiti in un Paese lontano come, che so, l'Australia", spiega il ragazzo.

E aggiunge: "Quando ci siamo trasferiti siamo rimasti nei nostri settori, io faccio il geometra in un'azienda di Trento, mentre Valeria lavora a Bolzano. Abbiamo un bel po' di progetti per il 2026, stiamo anche valutando di spostarci ancora più a Nord".

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Il sogno finale, spiegano, è infatti quello di arrivare in Alto-Adige. "Io ci lavoro da tre anni e c'è una mentalità che mi piace, sono diventata un po' altoatesina", spiega Valeria.

"Per andare al lavoro faccio 100 chilometri al giorno. Tutte le mattine esco alle 6 per entrare in ufficio alle 7 e tutti i giorni esco alla stessa ora, timbro sempre all'ora esatta. Non c'è traffico, i mezzi in valle anche se sono un po' scomodi sono sempre puntuali. È tutto più pulito, le persone sono tutti più calme, non sono agitate".

"C'è un profondo rispetto per gli orari e gli spazi personali. – spiega Nicolò – Io faccio un part-time da 30 ore dal lunedì al giovedì, non si lavora mai fino alle 20, una cosa impensabile a Roma. Qui la vita va sicuramente con più calma".

"Le aziende investono sulla figura professionale, ti assumono con contratti fatti bene, puntano sugli orari flessibili, e ti formano. Giù non abbiamo mai trovato questa mentalità. – aggiunge – Essendo in tanti c'è molta concorrenza, qua invece è un discorso di produttività: si lavora 8 ore fatte bene, ma c'è rispetto per la vita privata, e non è una cosa scontata".

Valeria ci dice di avere imparato tantissimo nel suo settore: "Lavoro in questa azienda da due anni e mi sento davvero formata, se dovessi cambiare lavoro tra qualche mese, direi che, sì, ho esperienza, faccio un corso a settimana".

Quando gli chiediamo di parlarci delle difficoltà che hanno dovuto affrontare, ci dicono che hanno avuto qualche problema nel trovare casa, soprattutto a Trento. "È una città universitaria ed è difficile trovare un alloggio a un prezzo ragionevole. Sono poche", ricorda Nicolò.

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"Noi però non puntavamo a vivere in città, ci siamo subito spostati nelle valli e abbiamo trovato prezzi più bassi. Anche se oggi ci sono fattori diversi da valutare rispetto al 2022, quando siamo arrivati. Bisogna armarsi di santa pazienza", aggiunge Valeria.

I costi della spesa, della benzina, invece, li hanno trovati simili a quelli di Roma, con l'unica differenza è che lo stipendio è molto più alto.

"Tante persone ci scrivono per chiedere consigli per trasferirsi ma la conclusione a cui sono arrivata è che non è un posto per tutti. – osserva Valeria – Non c'è vita notturna, per esempio. È un posto che ti deve piacere, non c'è tutto lo svago che c'è in una grande città"

"Ti deve piacere lo sport, l'aria aperta, dev'essere un posto per te. – le fa eco Nicolò – Non c'è solo la bellezza ma una quotidianità che è molto diversa da quella di una città".

I ragazzi ci dicono di aver cambiato letteralmente la loro quotidianità, la loro routine. Fanno tanto sport, vanno spesso a correre o a camminare: "Abbiamo anche fatto amicizie basate su queste passioni". Entrambi ammettono di stare veramente poco in casa.

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Gli chiediamo cosa è bene tenere a mente per fare questa scelta. "Noi siamo partiti un po' allo sbaraglio, invece è importante partire con un budget che permetta di buttarsi e che consideri inizialmente qualche spesa extra", dice Nicolò.

"È importante anche conoscere le persone del posto, aprirsi, è così che nascono le occasioni lavorative o per gli alloggi, per esempio. – aggiunge Valeria – E bisogna amare tanto la natura, come dicevamo prima, non è un posto per tutti, ci sono persone che qui, circondati solo da montagne e boschi sentono come se gli mancasse l'aria".

E concludono: "Non bisogna avere pregiudizi. Qui le persone, una volta che inizi a costruirci un rapporto, si aprono tantissimo e sono di parola. Ci hanno aiutato tanto con qualsiasi cosa, ci sono stati davvero".

Quando gli chiediamo se rifarebbero tutto, la risposta è solo una: "Sulla base della nostra esperienza, assolutamente sì".

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