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Chiara, disabile di 10 anni, e il pullman per la gita scolastica che per lei non c’è

La piccola è stata costretta a seguire i compagni a bordo di un’auto, mentre loro viaggiavano assieme sul pulmino scolastico. Noleggiare un pullman attrezzato per il trasporto di disabili costava troppo per il Comune.
A cura di Biagio Chiariello
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"Purtroppo ogni giorno è una battaglia per i diritti dei nostri figli". E' tutto in queste parole lo sconforto di Fiammetta, mamma di Chiara, una bambina di 10 anni che frequenta la scuola primaria all'Istituto comprensivo Marco Fulvio Nobiliore a Cinecittà. Chiara è disabile. Il 16 aprile scorso, nell'ambito del progetto del Comune di Roma "Città come scuola", la sua classe era pronta per partecipare ad una visita guidata presso una fattoria alle porte della Capitale. Per fare in modo che anche la piccola potesse prendere parte alla gita fuori porto, è stata fatta richiesta al Comune perché mettesse a disposizione un mezzo di trasporto adeguato alle esigenze di Chiara. L'ufficio comunale preposto aveva garantito l'invio di un mezzo. Ma la mattina della gita "abbiamo visto arrivare davanti alla scuola un pulmino giallo, quello adibito al trasporto scolastico, e una macchina diversa per Chiara attrezzata con pedana – racconta la signora Fiammetta -. Io e le sue maestre ci siamo guardate e abbiamo detto che non intendevamo mandare Chiara da sola. Nessuno, peraltro, aveva comunicato precedentemente che il trasporto era così concepito".

Pur di non deludere la propria bambina e farla viaggiare con gli amichetti, la signora Fiammetta è riuscita a convincere l'autista del mezzo a trasportare la bambina sul pullman "legata con la cintura di sicurezza e l'insegnante di sostegno al suo fianco". L'uomo, sentito il suo superiore al telefono, ha in un primo momento dato il via libera per questa soluzione. "Siamo partiti, ma 400 metri più avanti – nel frattempo l'autista era rimasto al telefono – si è fermato e ha detto all'insegnante di sostegno che la bambina doveva scendere dal pulmino, altrimenti lui non poteva proseguire. Per non far ricadere la colpa della mancata gita su Chiara – spiega la mamma – sono salita e l'ho fatta scendere, accompagnandola con la mia auto alla fattoria".

“Non posso descrivere l'umiliazione che ho provato – racconta la mamma di Chiara – perché ancora una volta davanti a tutti i bambini veniva sottolineato che mia figlia era diversa e non poteva stare con loro”.

Il Comune è in bolletta – Immediata la risposta del Comune. Laura Pernice, responsabile del servizio all'ufficio "Città come scuola" del Campidoglio, giustifica il triste episodio al sito SuperAbile.it: “Il Comune ha pensato al trasporto dei bambini non deambulanti in questo modo per poter risparmiare”. L'ufficio precisa inoltre che il mezzo messo a disposizione della bambina era un pulmino a 9 posti e che delle maestre o altri bambini avrebbero potuto salire con la bambina per farle compagnia.“

Ma i diritti umani? Critico l'avvocato Salvatore Nocera, responsabile dell'Osservatorio scolastico dell'Aipd (associazione italiana persone down), vicepresidente della Fish ed esperto di diritto e integrazione delle persone con disabilità. "Si tratta, oggettivamente, di discriminazione". Nocera sottolinea come sarebbe dovuto toccare al Comune mettere a disposizione un mezzo idoneo, anche alla luce del fatto che i problemi economici non dovrebbero ledere i diritti umani. L'ufficio comunale avrebbe quantomeno dovuto comunicare il problema alla scuola. Il Comune: "noi comunichiamo alle scuole: forse il nostro è un problema di comunicazione da migliorare".

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