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Catania, il gatto miagola davanti casa e lo sveglia, lui gli spara con un fucile

Catania, un gatto stava miagolando davanti casa sua e così facendo lo aveva svegliato. Per questo motivo, un presunto boss gli ha sparato con un fucile di precisione dal balcone di casa sua riprendendo il gesto con il cellulare. Il video è attualmente nelle mani della procura come prova per dimostrare la disponibilità di armi del clan Cappello-Bonaccorsi.
A cura di Gabriella Mazzeo
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"Davanti alla mia porta bordello non ne voglio". Lo ha detto mentre imbracciava un fucile per sparare subito dopo a un gatto davanti a casa sua, colpevole di aver miagolato troppo in una sua giornata di "cattivo umore". "Quando di giorno di svegli con la mala, i gatti cominciano a cascare" ha detto ancora nel video che avrebbe registrato prima di uccidere in strada l'animale sparandogli dal balcone di casa. Le immagini registrate dal presunto esponente del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi sono nelle mani delle forze dell'ordine che attraverso le indagini hanno arrestato altri individui della cosca, molto potente dal punto di vista della disponibilità di armi.

Quello che imbraccia il protagonista del video, infatti, non è un fucile qualunque, ma un'arma di precisione con binocolo. Con l'arma da fuoco di precisione ha puntato e ucciso il gattino che miagolava davanti alla porta di casa sua per "rimediare" al disturbo arrecato dal cucciolo durante la mattinata. Gli avrebbe sparato indisturbato dal balcone di casa.

Sono state diffuse soltanto le immagini centrali di quella che appare come una vera e propria esecuzione a sangue freddo. Il video sarebbe stato trovato in seguito a un'indagine portata avanti dalla squadra mobile di Catania con lo Sco e i reparti speciali e il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia della procura siciliana.

Sono state arrestate circa 14 persone con l'accusa di associazione di tipo mafioso con l'aggravante dell'associazione armata e a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Non è chiaro se il video è stato trovato nel cellulare del presunto esponente del clan o se sia stato addirittura diffuso sui social. Secondo gli investigatori, il filmato dimostra l'ampia disponibilità di armi del clan.

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