Caso Marò, oggi la prima udienza al Tribunale Internazionale del Diritto del Mare

UPDATE – L'ambasciatore Francesco Azzarello è intervenuto nell'aula del Tribunale internazionale del diritto del mare (Itlos) di Amburgo. "I Marò non sono ancora stati incriminati di alcun reato" dalla giustizia indiana. Ma l'India dimostra di "disprezzare il giusto processo" ritenendoli già colpevoli, con "un atteggiamento che esemplifica al meglio l'impasse in cui oggi ci troviamo". Latorre e Girone "proclamano la loro innocenza", ma "nelle sue Osservazioni scritte l'India" descrive in diverse occasioni la vicenda come "l'omicidio da parte di due Marinai italiani di due pescatori indiani disarmati", ha aggiunto Azzarello. La vicenda dei due marò "è stata caratterizzata da una serie di violazioni del diritto internazionale da parte delle autorità indiane", tra cui la "libertà di navigazione, il dovere di adempiere agli obblighi della Convenzione del mare, la giurisdizione esclusiva dello Stato della bandiera e il dovere di cooperare alla repressione della pirateria". "La frustrazione, lo stress, il deterioramento delle condizioni mediche delle persone direttamente e indirettamente coinvolte, minacciano un grave danno ai diritti dell'Italia. Per questo bisogna risolvere con urgenza la situazione" ha aggiunto l'ambasciatore.
Prende il via oggi ad Amburgo il processo internazionale a carico dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusati dell'omicidio di due pescatori indiani mentre svolgevano una missione contro la pirateria. La prima udienza in un'aula di giustizia internazionale si svolgerà presso il Tribunale Internazionale del Diritto del Mare (Itlos), organo indipendente delle Nazioni Unite specializzato in sicurezza navale, diritti di pesca nelle acque internazionali e divisione delle acque territoriali nazionali.
In attesa della prima udienza Francesco Azzarello, ambasciatore d'Italia all'Aja, ha dichiarato all'Ansa che "l'India si è dimostrata aggressiva ma noi siamo estremamente determinati a far valere le nostre ragioni". Il diplomatico ha aggiunto: "L'Italia e l'India sono paesi tradizionalmente amici ma l'incidente del 15 febbraio 2012 ha purtroppo provocato una controversia giuridica complessa, difficile ed estremamente delicata". Già "nelle osservazioni sottoposte al tribunale giovedì scorso, la delegazione indiana ha manifestato particolare aggressività".
L'ambasciatore ha quindi spiegato: "Prima di arrivare al ricorso alla giustizia internazionale, l'Italia ha tentato in tutti i modi, attivando canali informali e formali, in più direzioni, di trovare una soluzione concordata con l'India. La mancata intesa ha costretto il governo ad attivare a fine giugno scorso una procedura arbitrale internazionale. Poche settimane dopo ci siamo rivolti all'Itlos, chiedendo con procedura di urgenza, in attesa che l'arbitrato si concluda, che i diritti dell'Italia non vengano pregiudicati da esercizi giurisdizionali indiani, nonché il rientro di Salvatore Girone e la permanenza di Massimiliano Latorre in Italia".
Oggetto del contenzioso presso il Tribunale Internazionale è in particolare la presenza – o meno – della nave Enrica Lexie in acque internazionali. L'Italia sostiene che i due marò debbano essere giudicati da un tribunale italiano e, "poiché svolgevano funzioni ufficiali, devono godere della relativa immunità". L'India tuttavia sostiene che l'omicidio dei due pescatori sia avvenuto in acque nazionali e che di conseguenza il giudizio dei due militari italiani spetti a un proprio tribunale.