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Processo Ciro Grillo

Caso Ciro Grillo, l’avvocata Bongiorno: “Vittima descritta come ninfomane, massacrata. Ma è una sopravvissuta”

Si è aperta nel tribunale di Tempio Pausania l’udienza per la sentenza di primo grado relativa al processo contro Ciro Grillo, Vittorio Lauria, Francesco Corsiglia e Edoardo Capitta. Sono accusati di violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza, all’epoca dei fatti 19enne, e di una sua amica. L’avvocata Bongiorno: “Apostrofate come tr**e e cagne dagli imputati, chiara la loro concezione delle donne”. Domani attesa la sentenza.
A cura di Eleonora Panseri
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Si è aperta oggi, martedì 2 settembre, nel tribunale di Tempio Pausania l'udienza per la sentenza di primo grado relativa al processo contro Ciro Grillo, Vittorio Lauria, Francesco Corsiglia e Edoardo Capitta, imputati per violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza italo norvegese, all'epoca dei fatti 19enne, e di una sua amica.

La vicenda giudiziaria risale al 16 luglio 2019. Il pubblico ministero Gregorio Capasso ha chiesto per i quattro, non presenti in aula, una condanna a 9 anni. Secondo quanto riportano i quotidiani locali, alla lettura della sentenza prevista per domani, mercoledì 3 settembre, potrebbe assistere anche la ragazza che ha denunciato i quattro.

L'ha detto prima di entrare nel palazzo di giustizia Giulia Bongiorno, avvocata della studentessa. Domani sono attese le repliche del pm, delle parti civili e le controrepliche del pool difensivo. Successivamente si terrà la Camera di consiglio, al termine della quale verrà emessa la sentenza di primo grado.

La replica dell'avvocata della vittima: "Dopo la violenza ha cercato di sopravvivere"

Oggi Bongiorno ha replicato alle difese dei quattro imputati che nelle udienze precedenti hanno contestato alla principale accusatrice un comportamento non consono al trauma che avrebbe subito. "La ragazza aveva come unico problema dopo quella sera, quello di sopravvivere alla violenza", ha detto l'avvocata.

"Quando c'è una violenza sessuale si muore dentro, ma tutte le vittime cercano di nascondere quanto subito e cercano di vivere la loro vita di prima", ha aggiunto la legale che si è soffermata sul meccanismo dell'autocolpevolizzazione delle vittime.

"È la prima reazione di una donna dopo una violenza. La mia assistita pensa che quella violenza se la meritava perché si colpevolizza di aver bevuto in modo eccessivo, di essere andata a casa di Ciro Grillo".

Secondo Bongiorno, questo si evince da una registrazione vocale inviata ad un'amica giorni dopo, nella quale dice chiaramente: "Qualsiasi cosa abbiamo fatto quei tizi me la sono cercata".

"Questa è una vicenda estremamente dolorosa, perché quando si fa una denuncia per violenza sessuale, purtroppo, spesso la vittima non solo viene messa sul banco degli imputati, la vittima viene radiografata, una Tac con contrasto. Quindi, va a finire che la persona offesa deve dimostrare che non se l'è cercata, che non ha provocato".

"La mia assistita è in ansia in queste ore, aspetta questo momento da sei anni. – ha aggiunto – È pesante. Tutti i processi sono pesanti, questi processi sono i più difficili e i più sofferti. Per me questo è uno dei processi più sofferti".

"È chiarissima la concezione delle donne che questi ragazzi hanno più volte espresso e che cozza con la versione data dai loro difensori di ragazzi rispettosi della figura femminile", ha proseguito ancora l'avvocata.

"Le ragazze vengono sempre apostrofate come tr**e e cagne, la mia assistita è stata più volte appellata in questo modo nelle chat successive alla notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019. I ragazzi si scambiano più di un messaggio in una chat di gruppo nella quale commentano tutti i loro approcci con le ragazze, e in questi messaggi emerge una concezione della donna come di un essere non senziente, da usare", ha precisato.

"Durante la violenza sessuale la ragazza non riusciva a gridare. Come ha detto lei tessa quando è stata sentita: ‘A me la voce non usciva, non riuscivo a urlare, non mi veniva la voce'. Questa è la tipica situazione in cui si trovano le vittime di violenza", ha detto ancora Bongiorno replicando alle difese.

L'avvocata ha concluso l'arringa sottolineando che la ragazza "non è una ninfomane: assolvere gli imputati significherebbe affermare questo. Non è una disagiata, non è la maga Circe. È una ragazza che è stata massacrata".

E aggiunge: "È stata una facile profeta quando, spiegando perché non aveva denunciato la prima volta, ha dichiarato che sarebbe stata considerata una grandissima put***a".

Il pm: "Imputati inattendibili, hanno cambiato la versione a seconda delle indagini"

Per il procuratore Gregorio Capasso gli imputati sarebbero stati in più occasione inattendibili, "hanno adattato la loro versione a seconda delle indagini", la ragazza invece "ha sempre ripetute le stesse cose" senza mai cambiare le sue dichiarazioni.

Il pm ha parlato questa mattina in sede di replica, due ore di ricostruzione dei fatti già sottolineati dall'accusa in tre anni di dibattimento, perlopiù a porte chiuse. Alla fine Capasso ha confermato la contestazione di stupro di gruppo e le richieste di condanna.

Nove anni per tutti e quattro gli imputati, compreso Corsiglia, l'unico che in aula ha ammesso un rapporto sessuale ma consenziente con la principale accusatrice, negando però di aver abusato di lei e della sua amica insieme a Ciro jr, Capitta e Lauria.

Nella replica il procuratore si è soffermato sulla sequenza temporale degli eventi avvenuti, stando alle accuse, la notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 nella villetta della famiglia Grillo a Porto Cervo.

"La difesa – ha detto Capasso – si è dilungata in fase dibattimentale a smontare la ricostruzione oraria degli eventi contestati, ma tutta la condotta violenta era emersa già in fase di denuncia e nella prima contestazione originale, alla quale poi è seguita anche la deposizione della ragazza".

Rivolto quindi al collegio del tribunale, presieduto dal giudice Marco Contu, il pm ha chiarito: "Vi invito ad individuare la vera chiave di lettura di questo processo: l'inattendibilità del racconto dei ragazzi che man mano hanno adattato la loro versione temporale a seconda delle indagini".

"Mentre la ragazza ha sempre ripetuto le stesse cose, la sua versione è sempre la stessa, non c'è stato alcun adattamento".

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