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Cartelle cliniche falsificate per avere i rimborsi: cosi le cliniche truffavano la Sanità pubblica

La maxi truffa milionaria scoperta dai militari della guardia di Finanza del Comando provinciale di Messina durante una complessa inchiesta che vede coinvolte 7 strutture sanitarie private convenzionate col servizio sanitario nazionale. Le cartelle cliniche dei pazienti venivano sistematicamente modificate per incassare maggiori rimborsi.
A cura di Antonio Palma
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Cartelle cliniche dei pazienti sistematicamente falsificate e modificate con patologie o interventi inesistenti solo per ottenere maggiori rimborsi dalla Sanità pubblica e così truffare il Sistema sanitario nazionale, è la maxi truffa milionaria scoperta dai militari della guardia di Finanza del Comando provinciale di Messina durante una complessa inchiesta che vede coinvolte 7 strutture sanitarie private convenzionate col servizio sanitario nazionale. Nell'ambito dell'inchiesta gli stessi finanzieri hanno eseguito questa mattina un'ordinanza che dispone, nei confronti di 3 persone, la misura cautelare del divieto di esercitare attività imprenditoriali per 4 mesi e il sequestro di oltre 3 milioni di euro alle società interessate.

Coinvolte sette strutture sanitarie, 26 indagati

L'indagine, coordinata dalla Procura guidata da Maurizio de Lucia, in realtà è molto più estesa e coinvolge 26 persone tra funzionari pubblici dell'Asp di Messina, responsabili e dipendenti delle strutture private convenzionate. Coinvolti anche i titolari delle più conosciute ed importanti case di cura di Messina. Secondo l'ordinanza di sequestro emessa dal gip di Messina, cliniche e strutture sanitarie private avevano messo in atto un "articolato e collaudato meccanismo fraudolento, finalizzato a far lievitare artificiosamente l'entità dei rimborsi corrisposti dal sistema sanitario che si realizzava attraverso l'indicazione nella scheda di dimissione ospedaliera un D.R.G. difforme rispetto alle reali attività effettuate". In pratica, secondo gli inquirenti, le cartelle cliniche dei pazienti venivano sistematicamente modificate all'atto delle dimissioni facendo risultare patologie inesistenti o interventi mai eseguiti in modo da incassare maggiori rimborsi rispetto a quelli spettanti.

Maxi truffa al sistema sanitario, coinvolti funzionari pubblici

Un trucco ben oliato, secondo le Fiamme Gialle, che vedeva il coinvolgimento di funzionari pubblici corrotti e ha determinato una truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale per oltre tre milioni di euro. Nel dettaglio, tutto ruota intorno a D.R.G. (Diagnosis Related Group), un sistema che consente di classificare ogni caso clinico in una determinata casella variabile in relazione alla diagnosi, agli interventi subiti, alle cure prescritte al paziente ricoverato in una struttura accreditata. La casella infatti veniva metodicamente modificata verso l'alto dalle case di cura e con i funzionari dell'Asp addetti al controllo che chiudevano un occhio .

Oltre l'81% di cartelle cliniche modificate

I funzionari l'Ufficio dell'Asp di Messina "omettevano di rilevare le irregolarità attestando falsamente nei verbali la conformità della documentazione esaminata ai parametri previsti" spiegano gli inquirenti, ritenendo che proprio per la frequenza e la metodicità di questi comportamento siano da attribuire non a superficialità ma a un sistema collaudato di truffa ai danni del Servizio pubblico. A confermare l'esistenza di una forma di "radicata connivenza tra controllore e controllato",  la percentuale di cartelle cliniche modificate che, secondo finanzieri, erano pari all'81,74% di quelle controllate.

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