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Covid 19

Cartabellotta (Gimbe): “Piccoli segnali di rallentamento dei contagi, effetto dei blocchi”

Si intravede un rallentamento dell’andamento dell’epidemia in Italia. A spiegarlo è Nino Cartabellotta in base agli ultimi dati raccolti e analizzati dalla Fondazione Gimbe. “Negli ultimi 3-4 giorni s’intravedono piccoli segnali di rallentamento che potrebbero rappresentare l’inizio degli effetti delle nuove misure restrittive” ha spiegato Cartabellotta.
A cura di Antonio Palma
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Dopo settimane di costante aumento della curva dei contagi covid, in Italia da alcuni giorni si intravede di nuovo un rallentamento dell’andamento dell’epidemia. A spiegarlo è Nino Cartabellotta in base agli ultimi dati raccolti e analizzati dalla Fondazione Gimbe. “La terza ondata è partita a numeri troppo alti e ha determinato una rapida saturazione di ospedali e terapie intensive nella maggior parte delle Regioni” ma ora “Negli ultimi 3-4 giorni s’intravedono piccoli segnali di rallentamento” ha spiegato Cartabellotta. Tra i dati confortanti raccolti da Gimbe c’è quello sulle terapie intensive, anche se rappresenta un “Dato preliminare non ancora consolidato”. Dopo un aumento costante, da tre giorni infatti il numero di ingressi in terapia intensiva è stabile.

Terza ondata covid partita da numeri già alti

“La Terza Ondata si è innestata nella fase discendente della seconda ed è partita da un altopiano di 2.083 posti letto occupati in terapia intensiva e 17.725 pazienti ricoverati in reparti di area medica. Ecco perché in 4 settimane siamo arrivati a questi livelli di sovraccarico” ha spiegato Caltabellotta. “In circa 4 settimane, questi numeri sono schizzati rispettivamente a oltre 565 mila, 27.061 e 3.387. Di conseguenza, nelle Regioni che hanno sperimentato una maggiore circolazione del virus si è presto arrivati ad una saturazione dei posti letto” ha spiegato Cartabellota all’Ansa.

Primi effetti delle nuove misure restrittive

Numeri che ora restano molto alti visto che al 20 marzo in area non critica il dato nazionale dei pazienti covid supera il livello di allerta del 40% con Lombardia (51%), Emilia Romagna (54%) e Piemonte (58%) che vanno oltre il 50% e le Marche che arrivano al 64%. Nelle terapie intensive il dato nazionale (37%) è ben oltre il livello di allerta del 30% con 6 regioni che superano il 50%. “Questi livelli di sovraccarico, oltre a rendere più complessa l’assistenza dei pazienti Covid, aumentano lo stress di personale e servizi ospedalieri e impongono di rimandare interventi chirurgici e altre prestazioni non urgenti per pazienti non Covid” ha spiegato Cartabellota all’Ansa. Ora però c’è questo rallentamento che “potrebbe rappresentare l’inizio degli effetti delle nuove misure restrittive, che saranno ben visibili dopo 2-3 settimane dalla loro introduzione”.

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