Calci, pugni e schiaffi alla moglie malata, la donna è grave in ospedale: il video che incastra il marito

È una storia di brutale violenza quella che arriva da Catania, dove nelle scorse ore la Polizia di Stato ha arrestato un trentaquattrenne, già noto alle forze dell’ordine, che ha ferito gravemente la moglie già malata colpendola ripetutamente con schiaffi, calci e pugni. In un video di una telecamera di sorveglianza diffuso dalla Polizia si vedono chiaramente le violenze dell’uomo nei confronti della donna.
La vittima è una trentunenne attualmente in ospedale: alla giovane, affetta da una cronica patologia e che da poco era stata operata, sono stati prescritti 45 giorni di riposo assoluto e la prognosi non è stata ancora sciolta per l’evoluzione del quadro clinico compromesso. Dopo l’aggressione, i medici le hanno diagnosticato la frattura delle ossa nasali e un grave trauma cranico.
Le violenze risalgono alla mattinata di martedì scorso, quando l’uomo si è scagliato contro la moglie colpendola più volte e accanendosi su di lei quando era riversa a terra inerme. È stata la stessa vittima a riuscire ad allertare, con non poche difficoltà, le forze dell’ordine. I poliziotti hanno sentito le urla e il pianto della donna e in pochi istanti una volante è giunta davanti all’ingresso dello stabile, mentre un operatore della sala operativa cercare di dialogare con la giovane che però non riusciva a parlare, emettendo gemiti.

Arrivati davanti al luogo dell’aggressione i poliziotti hanno notato una lampada accesa all’interno e hanno bussato ripetutamente alla porta fino a quando la donna, col volto tumefatto e una copiosa perdita di sangue alla testa, è riuscita a strisciare fino all’uscio e ad aprirli. Dopodiché si è accasciata nuovamente a terra ferita.
Immediatamente gli agenti hanno chiamato i soccorsi e un’ambulanza ha portato la vittima in ospedale. Inizialmente la giovane non ha parlato del marito, riferendo solo di essere caduta, ma poi una donna poliziotto è riuscita a conquistare la sua fiducia e le ha fatto raccontare la verità assicurandole protezione. Alla poliziotta la vittima ha raccontato di essere stata strattonata per i capelli, sbattuta a terra e picchiata dal compagno, senza alcun motivo.
A quel punto i poliziotti, recandosi nell’esercizio commerciale, hanno notato tracce di sangue sparse dappertutto, scorgendo anche un danno alla parete dove si trovava installato l’hard disk con le immagini registrate dalla videosorveglianza del locale. Grazie a quelle immagini gli agenti hanno potuto effettuare una prima ricostruzione delle diverse fasi dell’aggressione. Hanno notato come il marito della donna dopo, dopo un breve litigio verbale, l’ha strattonata e tirata per i capelli e poi l’ha picchiata brutalmente scaraventandola a terra. E poi ancora, si vede nel video, ha continuato a picchiarla, colpendola proprio dove i medici l’avevano di recente operata.

Quando l’uomo si è allontanato lei ha chiamato i soccorsi, ma la telefonata si è interrotta perché il marito è tornato nella stanza. Quando è riuscita a rispondere a una successiva chiamata della polizia la donna, piangendo, implorava il marito di andare via e lui, avendo capito che era al telefono con gli agenti, ha preso la cornetta, si è presentato e li ha invitati ad andarlo ad arrestare “sugnu u marito, mi putiti venire ad attaccari”. Poi ha chiuso la porta dell’attività commerciale dall’esterno, impendendo un tempestivo intervento di soccorso nei confronti della 31enne che era a terra priva di sensi.
Fortunatamente all’arrivo dei poliziotti la donna è riuscita a trascinarsi fino alla porta per aprire con un altro mazzo di chiavi, prima di svenire e perdere le forze. Ricostruita la vicenda, i poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico hanno avviato le indagini e presto hanno individuato il luogo dove il 34enne si era nascosto. Era a casa dell’anziana madre, lo hanno trovato sdraiato a letto ancora con gli abiti indossati al momento dell’aggressione.
L’uomo è stato arrestato per lesioni personali gravi: ora è in carcere in attesa del giudizio di convalida davanti al giudice. I poliziotti hanno anche ascoltato alcuni parenti dei coniugi e così ricostruito che i due avrebbero litigato spesso e che il 34enne, in altre occasioni, si sarebbe reso protagonista di aggressioni fisiche verso la moglie, che però – probabilmente per paura di ritorsioni – non aveva mai denunciato.