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Cagliari, robot chirurgico asporta cinque tumori a un paziente

Il robot ha asportato cinque organi colpiti dal tumore in un unico intervento e procurando una ferita di appena sei centimetri.
A cura di D. F.
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Lui si chiama Da Vinci e no, non è il celebre Leonardo bensì un robot chirurgico, il primo in Italia ad aver asportato cinque organi affetti da tumore a un paziente di 67 anni. E' accaduto all'ospedale Brotzu di Cagliari e l'operazione è andata così bene che il paziente, dopo un solo giorno di convalescenza, ha potuto rialzarsi riportando una ferita di soli sei centimetri. L'uomo era arrivato al reparto di urologia con un tumore alla vescica: gli accertamenti, tuttavia, avevano dimostrato che il male aveva raggiunto anche il surrene sinistro, il rene sinistro, l'uretere sinistro e un ulteriore sospetto nella prostata. Cinque tumori in tutto.

Mauro Frongia, direttore della Struttura di Urologia Robotica, ha spiegato a TgCom24: "L'uso della chirurgia tradizionale a cielo aperto per la correzione di una patologia cosi complessa e con interessamento di multi organo avrebbe comportato un danno dei tessuti molto importante ed il decorso post operatorio sarebbe stato di conseguenza molto doloroso e lungo". Per quest, insieme alla sua equipe, ha deciso di ricorrere alla chirurgia robotica mini invasiva. "Il giorno dopo l'intervento – racconta Mauro Frongia – il paziente operato si è alzato ed è venuto a bussare alla mia porta per andare a prendere un caffè insieme. E' stato sorprendente". Si tratta del primo caso in Europa in cui è stato effettuato un intervento con il robot chirurgico. ;a come funziona Da Vinci? "Il meccanismo – spiegano gli esperti – è simile a quello dell'artroscopia, e lavora a partire da un nucleo centrale dal quale si dipartono bracci chirurgici che vengono comandati a distanza da una consolle nella quale il medico "infila" le mani. Il chirurgo può operare anche da un altro piano o addirittura da un altro edificio, come se avesse in mano due joystick. Questa tecnologia trasmette al medico una visione interna dell'addome – spiega – come se fosse in un cinema 3D, consentendogli di muoversi letteralmente tra gli organi".

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