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Pestano un disabile e lo filmano col tablet della scuola: quattro 13 enni condannati

Una pena esemplare quella che il Tribunale dei Minori di Genova ha inflitto a quattro giovani di una scuola media di Mele (GE): quattro mesi di la “rieducazione” con assistenti sociali e psicologi e la produzione di un video sul bullismo. Ma il padre di uno di loro non ci sta: “pena sproporzionata”
A cura di Biagio Chiariello
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Lo hanno pestato in classe e hanno ripreso tutto col tablet che la scuola gli aveva affidato per studiare. Un filmato che stava per andare su YouTube, ma fortunatamente il gruppo di bulletti se l'è visto sequestrare dalla professoressa. Per questo motivo quattro 13 enni della scuola media di Mele (Genova) sono stati segnalati ai carabinieri per quella che i loro genitori si sono limitati a definire "una ragazzata". Una vicenda molto simile a quella avvenuta qualche giorno fa a Bologna, dove un ragazzo con problemi è stato ripreso dai compagni di scuola mentre cadeva dalla bici. Il video, pubblicato su YouTube, è stato poi mostrato in classe.

La vicenda in questione, come scrive Repubblica, è avvenuta il 23 maggio in quello che è stato il primo istituto a cui il ministero dell'Istruzione ha concesso, per ciascuno studente, un tablet come strumento di studio, a partire dal 2011. Nel cortile della scuola, due studenti aggrediscono e spintonano il povero ragazzo, un 18enne già diplomato, ma rimasto fortemente legato agli ex compagni, che aspetta ogni giorno fuori l'edificio per salutarli. Altri due ragazzi riprendono col tablet. E' il preside della scuola, insieme da un insegnante di sostegno, a denunciare il fatto alla Procura. Il giudice dei minori decide quindi che i bulli dovranno sottoporsi a un percorso rieducativo di quattro mesi, attraverso colloqui settimanali con assistenti sociali e psicologi. Non è tutto. I ragazzi in questione dovranno anche creare un video sul bullismo e divulgarlo in alcune scuole liguri, con incontri con altri studenti.

Sempre Repubblica, sottolinea come il fatto sia emerso solo ieri, dopo che il padre di uno dei giovani condannati ha inviato una sorta di controquerela al presidente del Tribunale dei Minori, che, a suo dire, avrebbe inflitta una pena eccessiva rispetto all'accaduto. "Adesso, quattro famiglie si ritrovano in un girone infernale, con i figli che devono seguire un corso di recupero  – dice l'uomo  –  anche se il mio non ha partecipato all'aggressione, ma ha solamente assistito. Il Tribunale dei Minori non distingue gli aggressori da chi ha assistito alla scena".

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