Bufera sul figlio di Totò Riina: “Mio padre arrestato perché scomodo”. La Vardera: “Pronto esposto alla postale”

Hanno suscitato grandi polemiche le parole del figlio di Totò Riina, Giuseppe Salvatore Riina, che in un podcast ha negato che il padre avesse ordinato l'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo. Riina ha attaccato anche la giudice Silvana Saguto e l'imprenditore Antonello Montante, definendoli "finti antimafiosi di facciata".
Il figlio di Riina ha scontato una condanna a 8 anni per associazione mafiosa ed è ora tornato a Corleone. In un libro aveva definito il padre "un uomo serio e onesto". Sempre secondo lui, il boss "non avrebbe mai compiuto atti di violenza" e "non sarebbe mai tornato a casa con una pistola in mano". Per Giuseppe Salvatore Riina, il suo ruolo di "capo dei capi" all'interno di Cosa Nostra non sarebbe stato alla base dell'arresto (avvenuto nel 1993) e dei 26 ergastoli a suo carico. "È stato arrestato perché dava fastidio al sistema, come a un certo punto hanno fatto Bernardo Provenzano e Matteo Messina Denaro. Erano malati e non servivano più in quello stato a chi deteneva veramente il denaro della mafia".
Le dichiarazioni di Riina jr. sono state condannate duramente dalla commissione regionale Antimafia e dal suo presidente, Antonello Cracolici. "Non sentivamo il bisogno di ascoltare le opinioni del figlio di Totò Riina, convinto di spiegarci che uomo buono era suo padre. Non offenda la nostra terra". Cracolici ha inoltre condannato la decisione di ospitare in un podcast il figlio del boss. "Mi chiedo che tipo di informazione sia quella che cerca di accreditare verità che sono state sconfessate dai tribunali in nome del popolo italiano".
Anche il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha condannato l'ospitata di Riina jr. "Le parole pronunciate sono deliranti, false e profondamente offensive per Palermo, per la Sicilia e per chi ha pagato con la vita l'impegno per la legalità. Negare l'evidenza storica e giudiziaria, infangare la memoria di Giovanni Falcone e screditare chi combatte la mafia ogni giorno equivale a riscrivere la storia in modo vigliacco e strumentale. A chi cerca visibilità riabilitando il passato criminale della propria famiglia, Palermo risponde con il silenzio del disprezzo".
Il deputato regionale di Controcorrente, Ismaele La Vardera, ha dichiarato di star preparando nei confronti dei gestori del podcast un esposto alla polizia postale e all’Agcom.