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Bossetti condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio: “Non è giusto”

I legali di Bossetti. “Amareggiati, condanna solo grazie a indizi, faremo ricorso”. La famiglia di Yara: “Ora sappiamo chi è stato”
A cura di Antonio Palma
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Massimo Giuseppe Bossetti è colpevole dell'omicidio di Yara Gambirasio. Si conclude così a cinque anni e mezzo dalla scomparsa della tredicenne di Brembate Sopra la complicata vicenda giudiziaria che ha riguardato il muratore di Mapello. Dopo dieci ore di camera di consiglio i giudici della Corte d'Assise di Bergamo presieduta da Antonella Bertoja non hanno riconosciuto all'imputato nessuna attenuante e anzi gli hanno imputato anche l’aggravante della crudeltà e delle sevizie sulla giovane condannandolo alla pena più severa: l'ergastolo.

La Corte però non ha accolto la richiesta del pubblico ministero Letizia Ruggeri, che oltre all'ergastolo aveva chiesto anche l'isolamento in carcere per sei mesi. A Bossetti invece la Corte ha tolto anche la patria potestà sui figli e lo ha interdetto dai pubblici uffici. L'imputato infine è stato condannato a risarcire con 400mila euro ciascuno i genitori di Yara Gambirasio e con 150mila euro ciascuno i due fratelli della 13enne. Bossetti invece è stato assolto dall'accusa di calunnia ai danni di un collega verso il quale, secondo i pm, aveva cercato di indirizzare le indagini.

Durante la sentenza Bossetti, in piedi, è apparso impassibile e ha accolto la decisione immobile. L'unico sussulto al momento della comunicazione della perdita della patria potestà, un elemento a cui l'imputato aveva già fatto capire di tenere molto al di là della pena inflitta. Dopo la sentenza il muratore ha salutato la moglie Maria Comi che era in aula e ha esclamato: "Non è giusto, non sono io il colpevole, perché devo scontare questa cosa che non ho fatto?". Subito dopo è stato portato via dalle guardie penitenziarie.  In mattinata il muratore di Mapello però, in una lunga dichiarazione d'innocenza letta in aula, aveva ribadito la sua estraneità ai fatti contestati nella quale supplicava la Corte di ripetere il test del Dna. Lo stesso esame del Dna che però secondo la Procura è stato fondamentale per la sua condanna.

Genitori di Yara: "Ora sappiamo chi è stato"

"Finalmente ora sappiamo chi è stato ad uccidere nostra figlia, anche se siamo consapevole che nessuno ci restituirà Yara", questo a caldo  il commento della madre di Yara Gambirasio dopo aver appreso del sentenza di condanna  per Bossetti. "Esiterei a fare questa affermazione, perché è solo la prima sentenza e vige la presunzione di con colpevolezza fino alla sentenza definiva", hanno replicato invece i legali dell'imputato fuori dal tribunale. Gli avvocati di Bossetti si sono detti amareggiati  perché convinti dell'innocenza del loro assistito. "La condizione dell'innocenza è forte e riteniamo che le udienze non abbiano restituito nessuna prova a suo carico ma solo indizi non concordanti" ha dichiarato Claudio Salvagni annunciando il ricorso in Appello.

"Prendiamo atto della sentenza e attendiamo le motivazioni ma iniziamo a lavorare sull'appello" hanno spiegato gli avvocati. "Bossetti era tranquillo e fiducioso, aeravano più noi a scoraggiarlo" hanno raccontato ancora i legali spiegando: "Per lui è come se gli fosse piovuto un carro armato in testa. Gli avvocati poi hanno accusato nuovamente i pm di non aver correttamente eseguito la prova chiave del dna. "La prova del dna è stata decisiva" ha confermato invece il Procuratore di Bergamo, Massimo Meroni elogiando la titolare dell'inchiesta Letizia Ruggeri. "Siamo arrivati a metà strada nel senso che questa è una sentenza di primo grado, è stata un'inchiesta difficile e la collega Ruggeri è stata fantastica" ha spiegato il Procuratore fuori dal Tribunale dopo la condanna di Bossetti

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