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Bologna, si opera all’alluce valgo e muore di setticemia

Una donna di 60 anni è morta a causa della grave infezione dopo un intervento chirurgico. La magistratura ha aperto un’inchiesta.
A cura di Davide Falcioni
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Sarà un'inchiesta della magistratura, coordinata dal pubblico ministero Francesco Caleca, a stabilire le cause della morte di una donna bolognese di 60 anni, deceduta lo scorso 20 luglio presso l'ospedale di Imola. La 60enne era stata operata alcuni mesi prima nella clinica privata Villa Nigrisoli per correggere un alluce valgo e l'intervento era andato a buon fine. Un mese più tardi tuttavia la paziente ha accusato dei malori e si è recata al pronto soccorso dell'ospedale Maggiore di Bologna, dove le è stata diagnosticata una grave forma di setticemia.

Da quel momento in poi per la donna è iniziato un vero e proprio calvario: mesi di ricovero, un'apparente miglioramento poi la ricaduta e il trasferimento a Imola, dove la 60enne è morta. E' stata la stessa direzione sanitaria dell'ospedale a chiedere che venga fatta piena luce. Il Nas hanno sequestrato la cartella clinica della paziente e il pm ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e iscritto tre medici e due infermieri di Villa Nigrisoli nel registro degli indagati. Si tratta dell'anestesista, dei due chiurghi e dei due infermieri che hanno preso parte all’operazione.

L'autopsia sul corpo della donna dovrà accertare come la 60enne ha contratto la setticemia, e se eventualmente vi siano state responsabilità da parte del personale di Villa Nigrisoli, i cui dirigenti hanno fatto sapere: "Siano sereni. Riteniamo che il tragico evento non abbia attinenza con l’operazione eseguita nella nostra struttura. L’intervento era infatti andato bene ed era stata regolarmente eseguita la profilassi antibiotica prevista dalle linee guida del Ministero della Salute. La paziente è uscita il giorno dopo e stava bene, non aveva febbre né altri problemi. Dopo non è stata più seguita da noi e l’infezione si è infatti manifestata un mese dopo".

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