Bimba prelevata da scuola e portata in una comunità a Trieste, la denuncia della mamma: “Non la vedo da febbraio”

A 8 anni è stata prelevata dalla sua classe in una scuola di Trieste per essere trasferita in una casa famiglia. La madre ha raccontato la sua storia a Il Messaggero e ha spiegato di non vedere la figlia dall'11 febbraio. Secondo la donna, la bambina sarebbe stata portata via "nel nome della tutela del figlio alla bigenitorialità".
La donna aveva ricevuto la sospensione della potestà genitoriale, poi revocata dalla Cassazione, prima che fosse eseguito il provvedimento. La mamma della bimba ha raccontato che la figlia le aveva confessato di recente di aver subito abusi sessuali da parte del padre e di aver denunciato il tutto alle autorità, che avevano però archiviato il caso nel 2024.
Secondo il gip, quando la persona offesa "ha meno di 7 anni" e quindi non sarebbe giuridicamente pienamente capace di testimoniare in modo affidabile, "si è fatto tombola, nel senso che ci si trova in un contesto molto delicato". Proprio per la presunta incapacità di testimoniare, il caso è stato archiviato. "I processi in tema di violenza sessuale, specie se in una famiglia, sono per chi è chiamato a celebrarli, autentiche sciagure di dio", si legge nel provvedimento di archiviazione.
La donna ha dichiarato di non vedere sua figlia da febbraio. "Le stanno insegnando che deve stare zitta", ha detto, ribadendo di non aver denunciato gli abusi per paura di non essere creduta. La bimba sarebbe stata concepita in seguito a una violenza sessuale. "Ho deciso di portare avanti la mia gravidanza, anche se il mio ex mi aveva minacciato di farmi del male. Il giorno che è nata ho promesso a me stessa che l'avrei protetta. Quando ho iniziato a temere per lei, siamo andate via di casa e poi mi sono sposata con un altro uomo dal quale ho avuto altri figli".
"Non ho denunciato perché ho avuto paura, il mio ex mi aveva giurato che me l'avrebbe portata via. Ora ho capito che la mia paura era fondata perché non credono né a me, né a mia figlia" ha concluso.
Secondo il Tribunale, dopo la confessione della minore la donna aveva portato la figlioletta più volte al pronto soccorso per sottoporla a visite ecologiche giudicate "eccessive". Per le autorità, aveva cercato di allontanarla dall'uomo screditando la figura del padre, influenzandone così il giudizio e portandola a non volerlo vedere.
La Cassazione l'11 luglio 2024 aveva ribaltato il decreto della Corte di Appello di Trieste che aveva affidato la bimba al papà in via esclusiva. Secondo la Cassazione, bisognava verificare che la madre non stesse impedendo i rapporti con il papà della minore per salvaguardarne lo sviluppo fisico-cognitivo.
La mamma ha raccontato di aver sentito per l'ultima volta la figlioletta in una videochiamata di 30 minuti a fine settembre. Due mesi fa, la bimba le avrebbe fatto recapitare una lettera. "Sei nel mio cuore per sempre – avrebbe scritto – anche quando siamo lontane. Uguale per la mia famiglia, però senza la parte di mio papà".