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Biella, consigliere Lega guarda foto osè in aula: “Non era sito porno, ma profilo di una collega”

Sta diventando un caso nazionale quello di un consigliere della Lega di Biella, Franco Mino, fotografato mentre è intento a guardare sul cellulare la foto di una donna in abiti succinti durante una seduta a Palazzo Oropa in cui si discuteva del piano triennale delle opere pubbliche. Ma il diretto interessato si difende: “La foto è di una collega del Carroccio di Bergamo apparsa sulla mia bacheca Facebook. Chiedo scusa se per sfortuna non ho aperto la prima pagina di Facebook di una fotografia con un uomo ma io non seguo le tendenze di moda rimango saldamente ancorato alle vecchie tradizioni (uomo, donna; mamma, papà)”.
A cura di Ida Artiaco
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"Si discuteva del piano triennale delle opere pubbliche e uno di loro consultava le normative in materia". È questa la didascalia ad una foto, pubblicata su Facebook da Roberto Pietrobon, ex militante di sinistra, che ritrae un consigliere della Lega del comune di Biella mentre, come riferisce, sarebbe intento a guardare immagini di una donna in abiti succinti durante una seduta a Palazzo Oropa, facendolo diventare un caso nazionale. L'immagine è infatti finita su alcuni quotidiani oltre a fare il giro dei social network, a maggior ragione dopo le battute del vice-sindaco leghista della città piemontese Giacomo Moscarola, che aveva così commentato sempre in Rete la vittoria del Pd in Emilia Romagna alle elezioni regionali di domenica scorsa: "È un po’ come quando vuoi trombarti 20 ragazze nuove e visto che non te la da nessuna, ti accontenti dell’unica che ormai te la dà da anni".

A fare chiarezza sulla vicenda è stato proprio il protagonista della foto. Si tratta del consigliere del Carroccio Franco Mino che, oltre a rivelare pubblicamente la sua identità, precisa che la donna sul suo smartphone è una collega della Lega di Bergamo e che non si tratta affatto di un sito hard. "Tutti usano il cellulare per dei momenti in consiglio comunale – ha dichiarato -. Dietro di me avevo notato dei balordi non al loro posto sul loggione che fotografavano e fra tutte le foto fatte la peggiore che potevano postare è questa che è la pagina iniziale di una su Facebook. In riferimento a questa foto chiedo scusa se per sfortuna non ho aperto la prima pagina di Facebook di una fotografia con un uomo ma io non seguo le tendenze di moda rimango saldamente ancorato alle vecchie tradizioni (uomo, donna; mamma, papà)". Infine, l'affondo: "Non hanno problemi ad infangare una donna Myriam Zaninoni che appare nella fotografia con l'aggettivo di hard. Ma è una leghista quindi per loro forse non è come altre donne a cui portare rispetto, adulate e difese. Ho dimenticato di dire semplicemente che stavo sfogliando la bacheca di Facebook prima che iniziasse la seduta consigliare. Tutta questa è stata una strumentalizzazione di infimo livello". Parole che, però, non hanno fatto altro che contribuire ad alimentare la polemica social.

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