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Caso Bibbiano, news sull'inchiesta Angeli e Demoni

Bibbiano, nuovi dettagli shock dall’inchiesta Angeli e Demoni: “Quadro aggravato”

“Lì vedono abusi sessuali anche negli stipiti delle porte” ha raccontato anche una delle assistenti sociali che aveva lavorato con i servizi della Val D’enza parlando dello scandalo di Bibbiano. Testimonianze che insieme all’analisi del materiale informatico e documentale, avrebbero confermato e aggravato le ipotesi accusatorie.
A cura di Antonio Palma
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Bugie e omissioni continue con lo scopo di ingigantire qualsiasi segnale che indicava la famiglia di origine come problematica e al contempo provare a sminuire e ignorare invece i segnali di disagio dei minori nelle famiglie affidatarie. Erano questi, secondo la Procura, i meccanismi al centro dello scandalo Bibbiano fatti emergere dall’inchiesta ‘Angeli e Demoni' sugli affidi illeciti in Val d‘Enza, in provincia di Reggio Emilia. Lo sottolineano gli stessi pm emiliani negli atti che ieri hanno portato alla notifica formale di chiusura indagini a carico di 26 persone, atto preliminare alla probabile richiesta di rinvio a giudizio.

“La massiccia attività istruttoria svolta successivamente all'esecuzione delle misure cautelari, ha consentito non solo di confermare le ipotesi accusatorie già riconosciute dal Gip in fase cautelare", ma di "integrare il quadro probatorio in relazione a talune non riconosciute dal Gip stesso in fase di emissione misura e anche di individuare nuove fattispecie" ha spiegato il procuratore della Repubblica di Reggio Emilia, Marco. Dai successivi accertamenti, infatti, sarebbe emerso un quadro ancora più grave secondo i pm. Si tratta sia dell'analisi del materiale informatico e documentale sequestrato sia di nuovi interrogatori.

Bibbiano, nuove accuse per Anghinolfi Monopoli

In particolare, come rivela Il Resto del Carino, dalle indagini sarebbero emersi particolari ancora più pesanti per Federica Anghinolfi Francesco Monopoli, rispettivamente dirigente dei servizi sociali dell’Unione Val D’Enza e assistente sociale. Per i magistrati i due spingevano in tutti i modi per fare in modo che dalle relazioni emergesse ciò di cui c’era bisogno per l’allontanamento sei minori. Esemplare il caso della minore affidata alla coppia di donne Daniela Bedogni e Fadia Bassmaj, anche loro indagate. Gli assistenti sociali avrebbero allontanato in tutti i modi la ragazzina dai genitori naturali "senza alcuna motivazione, isolando la piccola e impedendo altresì lo scambio di corrispondenza e regali".

I disegni della bimba: " Vai via perché se ci sei tu non possiamo fare l’amore’"

In una chat dei servizi sociali acquisita dagli inquirenti i due parlano della piccola. "Come giustifichiamo la sospensione degli incontri protetti?", chiede lui. "Relax della minore…vacanza", risponde lei. “Questo messaggio non lo diremo alla bimba" aveva spiegato sempre Anghinolfi parlando invece di un messaggio che il padre avrebbe voluto far leggere alla figlia e che recitava "non riesco a portarti fuori a mangiare il sushi, ti voglio un mondo di bene".

Per lo stesso caso  le due donne affidatarie sono indagate “per aver omesso di riferire al perito particolari rilevanti relativi alla vita della minore". In particolare si cita "un disegno della bambina con le donne mano per mano con la frase ‘Vai via perché se ci sei tu non possiamo fare l’amore’". Poi la scritta sul disgusto provato "nel ricevere la buonanotte" da una delle due indagate "nuda". Ignorati anche i sogni fatti dalla minore "da lei descritti in fogli sequestrati, su spettacoli teatrali pornografici’ con ‘peni finti’ messi in scena dalle affidatarie".

"A Bibbiano vedono abusi anche negli stipiti delle porte"

"Lì vedono abusi sessuali anche negli stipiti delle porte" ha raccontato invece una delle assistenti sociali che aveva lavorato con i servizi della Val D’enza, confermando che lo scopo di ogni attività  era sempre quello di trovare appigli per far risultare presunti abusi in famiglia e allontanare i minori. Episodi ingigantiti e a volte inventati completamente e messi sempre nero su bianco nelle relazioni con cui si chiedeva di allontanare i minori. Anche sulla scelta delle famiglie per gli affidi spesso c’era poca chiarezza. Ad Anghinolfi viene contestata anche la scelta di persone a lei vicine per gli affidi a cui veniva garantito un ingiusto profitto anche in assenza di una reale necessità.

La macchinetta dei ricordi usata a Bibbiano non è a norma

Gli accertamenti investigativi disposti dalla Procura hanno stabilito che la famosa "macchinetta dei ricordi" utilizzata con alcuni minorenni a Bibbiano non è a norma e non poteva essere utilizzata. Secondo la perizia sullo strumento sequestrato a Nadia Bolognini, psicoterapeuta moglie di Claudio Foti della onlus Hansel e Gretel, l'apparecchio non è riconosciuto dall'ordine degli psicologi in Italia e inoltre risultata non conforme alle norme europee in materia. Non solo, la consulenza tecnica ha stabilito che, anche se non pericoloso per la salute, lo strumento sarebbe a rischio corto circuito a causa della presa elettrica. Il dispositivo, chiamato Neurotek infatti dispone di elettrodi che danno impulsi elettromagnetici e veniva usato per poter estrapolare i ricordi traumatici presenti nella mente del bambino.

Bibbiano, Salvini: “Mi auguro che qualcuno chieda scusa”

“Si tratta di un sistema, marcio, corrotto, infame che entra nelle case delle famiglie con l'inganno. Al di là dei processi e della galera, se qualcuno a sinistra l'ha definito un raffreddore, mi auguro che qualcuno chieda scusa" ha commentato Matteo Salvini che da sempre si è schierato sul caso, confermando anche l'iniziativa della Lega del 23 gennaio. Da papà leggere alcuni atti è impressionante. La settimana prossima sarò a Bibbiano” ha spiegato infatti il leader leghista

Cersosimo (M5s): ‘Stop esternalizzazione, aumenta rischio"

"Quello che sta emergendo dai documenti di fine indagini dimostra che quanto accaduto in Val d'Enza e riguarda ben 26 indagati, era una tremenda realtà. Una tremenda realtà nascosta dietro ai numeri abnormi di Affidi che notai e feci notare un anno prima dell'inchiesta, nel corso di una capigruppo dell'Unione dei Comuni Val d'Enza” ha scritto invece Natascia Cersosimo, consigliere comunale di Cavriago (Reggio Emilia) e capolista del Movimento 5 Stelle Emilia-Romagna alle elezioni regionali, aggiungendo: “Una tremenda realtà che una politica cieca, delle ideologie sbagliate e un movente economico, avrebbe spinto persone a commettere dei reati abominevoli. Chi è stato vicino alle famiglie e ha toccato con mano il loro dolore, non può che sperare che venga fatta giustizia fino in fondo. Ma questo non basta, mi sto spendendo in prima persona per fare in modo che questi fatti non accadano più. Mi auguro pene esemplari, dall'altra la politica deve seriamente capire che esternalizzare i servizi aumenta i rischi di tali degenerazioni e la nuova legge sugli Affidi proposta a firma Ascari (Movimento 5 Stelle) va approvata al più presto”

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