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Covid 19

Bassetti: “Senza no vax le terapie intensive sarebbero vuote”

Per Matteo Bassetti direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova, “se non avessimo i no vax le terapie intensive sarebbero vuote. Per aprile-maggio 2022 ragionevolmente saremo fuori dalla pandemia. Spero potremo togliere le mascherine, visto che credo che avremo il 95% di vaccinati”.
A cura di Ida Artiaco
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"Se non avessimo i no vax le terapie intensive sarebbero vuote: nel mio ospedale ho 19 ricoveri per Covid e 18 non sono vaccinati". Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell'ospedale Policlinico San Martino di Genova, non usa giri di parole  per rivolgersi ancora una volta a chi non è vaccinato. Lo ha fatto intervenendo oggi alla trasmissione Un Giorno da Pecora su Radio 1. Tuttavia, bisogna stringere i denti per qualche altro mese, poi la situazione si stabilizzerà.

"Per aprile-maggio 2022 ragionevolmente saremo fuori dalla pandemia – ha aggiunto l'esperto -. Spero potremo togliere le mascherine, visto che credo che avremo il 95% di vaccinati. Credo che più di un italiano su due sarà contagiato da Omicron entro primavera. Sarebbe la convivenza con il virus: per chi è vaccinato sarà una forma molto lieve, il problema è la co-circolazione fra Delta e Omicron". Bassetti ha anche ribadito la sua contrarietà alla diffusione del bollettino giornaliero con i dati dei contagi: "Nel bollettino giornaliero c'è di tutto, serve un dato settimanale per tutti i cittadini – ha spiegato –. Usciamo da questa logica catastrofica e terrorizzante, i dati quotidiani possono servire solo a noi medici".

Sulle nuove misure riguardanti la quarantena e l'isolamento, Bassetti sembra essere d'accordo con quanto deciso dal governo: "È una stupidaggine la quarantena per chi ha tre dosi di vaccino. Se avessi dovuta farla per ogni contatto avuto sarei dovuto rimanere in casa da febbraio scorso". Su un suo possibile ingresso all'interno del Comitato tecnico scientifico, l'esperto ha concluso: "Sono lusingato dalle parole del sottosegretario alla Salute Andrea Costa, ma per partecipare un domani al Cts ci vuole un impianto diverso a livello di ministero. Così come stanno le cose, si parlano lingue diverse tra me e il Cts. Ad oggi non mi sentirei di andare a fare il consulente perché su molte decisioni non ho condiviso le posizioni del ministero della Salute, ci sono però persone molto valide nel Comitato tecnico scientifico. Se poi le cose un domani cambieranno, vedremo. In questo momento credo che ci sia più bisogno di me qui al San Martino di Genova e come consulente del presidente Toti nella task force regionale".

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