Bambina rompe il salvadanaio per comprare una chitarra, ma la Posta rifiuta le monete

Voleva acquistare una chitarra e iscriversi a un corso di musica. Per questo una ragazzina di 12 anni aveva iniziato due anni fa a riempire il suo salvadanaio di monetine finché, qualche giorno fa, non ha deciso di svuotarlo e recarsi all'ufficio postale per convertire gli spiccioli in banconote. Ha portato 260 euro alle Poste di Sacile, ma ben presto ha dovuto fare i conti con le rigide pratiche burocratiche. La ragazzina aveva contato il suo tesoretto durante le vacanze e, insieme alla madre, voleva depositare su un libretto postale i risparmi accantonati per il sogno della musica. La delusione, però, è stata cocente: una norma, infatti, rende inaccettabili pagamenti con oltre 50 pezzi di moneta sonante. Il funzionario delle Poste non ha voluto accettare quel denaro. Dopo mezzora di attesa, mamma e figlia si sono viste respingere gli 80 euro in moneta. "Dapprima ci hanno detto che avremmo dovuto dividere i soldi e sistemarli in contenitori di plastica, altrimenti sarebbero potuti nascere dei problemi in caso di ispezioni postali – spiega la madre – Allora abbiamo chiesto dove avremmo potuto recuperare tali contenitori, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Allora ho chiesto come avremmo potuto utilizzare gli 80 euro in moneta, ci hanno detto che li avrebbero potuti accettare come pagamento, ma alla mia proposta di pagare la bolletta in moneta la volta successiva, mi hanno risposto che in realtà non sarebbe stato possibile". Esiste infatti un regolamento europeo che stabilisce un limite nei pagamenti con monete, quantificato in non oltre 50 pezzi a volta. "Vorrà dire che ci rivolgeremo in banca ed estingueremo il libretto postale. Il commento più amaro del resto è stato quello di mia figlia, quando mi ha chiesto se davvero esiste denaro di serie A e di serie B".