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Aveva strappato un biglietto pro Mussolini allegato alla consegna: reintegrato il rider licenziato

Aveva strappato davanti alla cliente un biglietto pro Mussolini allegato a una consegna. Il rider licenziato dalla piattaforma Winelivery è stato reintegrato. “Abbiamo contestato il suo comportamento soltanto in relazione alla violazione della privacy del cliente” spiega l’azienda. Il fattorino 30enne aveva deciso di impugnare la lettera di licenziamento in tribunale.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Aveva strappato davanti a un cliente un biglietto che inneggiava a Mussolini: per questo motivo, un rider della piattaforma Winelivery era stato licenziato. L'azienda ha però deciso di reintegrare Luca Nisco stracciando la lettera di licenziamento. La sera del 25 aprile il rider 30enne avrebbe dovuto consegnare presso l'abitazione di un cliente due bottiglie di vino con un bigliettino allegato. "In questo giorno di lutto – recitava il foglietto – che il nostro Duce possa guidare da lassù la rinascita".

Una volta arrivato sull'uscio di casa della destinataria dell'ordine, aveva consegnato quanto ordinato e strappato il biglietto. L'azienda lo aveva licenziato contestando violazione della privacy. "La decisione di sospenderlo era stata maturata in seguito alla violazione della privacy di un cliente – ha dichiarato Winelivery – ma riconosciamo la responsabilità oggettiva sulla trascrizione da parte dell'operatore locale. Non avrebbe dovuto riportare il messaggio che va contro le linee guida della nostra piattaforma. Condanniamo qualsiasi forma di apologia del fascismo. Con l'obiettivo di distendere i toni e definire la questione in maniera positiva ci rendiamo disponibili ad accettare candidature da parte di Nisco nella certezza che in futuro non si ripeteranno episodi di violazione della privacy del cliente e dell'immagine aziendale".

Il licenziamento

Il 26 aprile, Luca si era visto recapitare un'email da parte dell'azienda che lo informava del licenziamento in tronco per la condotta lesiva della privacy del cliente. Secondo Winelivery, inoltre, il biglietto non avrebbe dovuto essere consegnato così come specificato nelle linee guida dell'azienda. "Ci riserviamo di non recapitare messaggi contrari al decoro – aveva detto l'azienda – per cui il foglietto non avrebbe dovuto essere allegato alle bottiglie fin da principio". Luca aveva deciso di impugnare la lettera di licenziamento in tribunale, difendendosi anche dalle accuse di violazione della privacy.

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