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Aurora Maniscalco morta a Vienna, il padre: “Il fidanzato continuava a ripetermi di perdonarlo”

“Vogliamo la verità. Il fidanzato di mia figlia mi ha detto che hanno avuto una discussione e che lei poi ha fatto questo gesto estremo. Continuava a ripetermi: ‘Perdonami, perdonami'”: parla il padre di Aurora Maniscalco, la hostess palermitana di 24 anni precipitata dal balcone dell’appartamento a Vienna.
A cura di Giorgia Venturini
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Si trova a Palermo la salma di Aurora Maniscalco, la hostess palermitana di 24 anni precipitata dal balcone dell'appartamento dove viveva con il fidanzato a Vienna. È rientrata ieri 8 luglio in Italia e ora si attende di procedere con l'autopsia. Il padre della ragazza precisa: "Vogliamo la verità". E poi aggiunge: "Il fidanzato di mia figlia mi ha detto che hanno avuto una discussione e che lei poi ha fatto questo gesto estremo. Continuava a ripetermi: ‘Perdonami, perdonami'". Ora il fidanzato, il 27enne Elio Bargione, è indagato dalla Procura di Palermo per istigazione al suicidio: sarebbe – come spiega l'avvocato della famiglia di Aurora – un atto dovuto per procedere con l'autopsia. Al momento però non ci sarebbero altri elementi che possano giustificare l'indagine su di lui. Le indagini degli inquirenti italiani sono in corso.

I dubbi della famiglia della ragazza sul 27enne si basano sul fatto che lui ha impiegato circa sette ore per chiamarli e informarli della tragedia. Ha prima chiamato i suoi genitori che sono partiti immediatamente per Vienna, solo dopo ore e ore avrebbe chiamato la madre di Aurora. "Abbiamo scoperto che c'erano altre liti, altre situazioni un po' brutte tra i due", aggiunge il padre della vittima nell'intervista a Tgcom24. E ancora: "Lui mi disse che era accaduto all'una di notte. Invece dalla documentazione in possesso abbiamo scoperto che tutto era successo alle 22.46".

Sarà l'autopsia a dare le prime risposte: saranno i medici legali a stabile se ci sono altri segni sul corpo riconducibili non solo alla caduta dal balcone. Intanto la Procura a Vienna ha archiviato tutto: gli inquirenti austriaci "non hanno fatto nulla", spiega il legale della famiglia di Aurora, l'avvocato Alberto Raffadale. E ancora: "Non c'è stata una vera indagine. Ci salva l'articolo 9 del Codice Penale che dà la possibilità all'autorità giudiziaria italiana di poter intervenire qualora – come in questo caso – la vittima è una cittadina italiana. Abbiamo trovato a Palermo una Procura attenta, competente e che in tempi veloci ha disposto l'autopsia. Perché se non veniva disposta l'autopsia il caso veniva chiuso definitivamente".

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