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Aumentano contagi e ricoveri covid, Gimbe: “Il virus ha ripreso a circolare, troppi test fai da te”

“I dati confermano una diffusa ripresa della circolazione virale, peraltro sottostimata per il largo utilizzo diffuso di tamponi fai da te, di cui s’intravede già un impatto iniziale sui ricoveri” spiega il presidente Gimbe, Cartabellotta.
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A cura di Antonio Palma
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Il coronavirus SARS-CoV-2 ha ripreso a circolare diffusamente in Italia, dopo la fine delle restrizioni covid, e i dati di contagi e ricoveri, già in crescita, potrebbero essere molto più alti in quanto sottostimati a causa dei troppi test e tamponi fai da te. Lo evidenzia l’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe sull’andamento della pandemia covid in Italia.

Secondo i dati del nuovo report, infatti, nella settimana dall’11 al 17 novembre 2022, si registra un aumento di nuovi casi, che sono 208.346 contro i 181.181 della settimana precedente, ma anche un aumento dei casi attualmente positivi (452.895), di persone in isolamento domiciliare e di ricoverati, sia in terapia intensiva sia nei normali reparti. 

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Aumentano contagi calano i decessi covid

“Si registra un aumento di nuovi casi del 15%, da 181mila della settimana precedente salgono a quota 208 mila, con una media mobile a 7 giorni che sfiora i 30 mila casi al giorno” spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe. L’unico dato positivo è una diminuzione dei decessi che nell’ultima settimana passano da 549 a 533 con una media di 76 al giorno rispetto ai 78 della settimana precedente.

Nel dettaglio, si registra un aumento dei nuovi casi in 15 Regioni ma con evidenti differenze tra territori visto che si va dall’1,5% del Friuli Venezia-Giulia al 26,3% del Veneto. In 6 regioni invece c’è un calo di nuovi casi. In 82 Province si registra un aumento dei nuovi casi (dal +0,1% di Messina al +55,3% di Lodi), in 25 una diminuzione (dal -0,8% di Catania e Perugia al -25,3% di Sondrio). L’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 9 Province.

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Covid, tornano salire terapie intensive e ricoveri

“Sul fronte degli ospedali tornano a salire sia le terapie intensive (+21,7%) che i ricoveri in area medica (+9,8%)” afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE. In termini assoluti, i posti letto COVID occupati in area critica sono ora 247. In area medica invece sono saliti a quota 6.981. “Salgono anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva con una media mobile a 7 giorni di 31 ingressi al giorno rispetto ai 25 della settimana precedente” ha aggiunto Mosti.

Al 17 novembre il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è dell’11% in area medica (dal 6,1% della Sardegna al 30,4% dell’Umbria) e del 2,5% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Molise e Valle D’Aosta al 4,6% dell’Emilia-Romagna).

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Aumentano i tamponi ma troppi test "fai da te"

Nell’ultima settimana si registra anche un aumento del numero dei tamponi totali (+2,9%). In particolare i tamponi rapidi sono aumentati del 4,3% (+40.386), mentre quelli molecolari sono diminuiti del 3% (-6.465). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività sale dal 10,2% al 12,3% per i tamponi molecolari e dal 17% al 18,4% per gli antigenici rapidi

“Anche se al momento è impossibile fare previsioni sugli scenari futuri, i dati confermano una diffusa ripresa della circolazione virale, peraltro sottostimata per il largo utilizzo diffuso di tamponi “fai da te”, di cui s’intravede già un impatto iniziale sui ricoveri in area medica e in terapia intensiva; al tempo stesso assistiamo ad un calo delle somministrazioni delle quarte dosi per anziani e fragili. Con l’arrivo dei mesi freddi e la permanenza al chiuso, anche senza considerare l’eventuale emergenza di varianti in grado di “scalzare” Omicron 5, la circolazione virale è destinata ad aumentare” sottolinea Cartebellotta, concludendo:  “al momento, nonostante le recenti rassicurazioni del Ministro Schillaci alla Camera, ad oggi tutte le azioni di “discontinuità” del Governo Meloni sono andate nella direzione opposta a quella suggerita dalle autorità internazionali di salute pubblica: ovvero essere preparati e pronti per affrontare eventuali nuove ondate. Si attende pertanto al più presto dall’Esecutivo il piano di preparedeness per la stagione invernale”.

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