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Attacco in Siria: nasce la guerra “mirata e limitata”, ma è sempre il rifugio degli incapaci

Ci sono un po’ di cose che non tornano (e giustificazioni che non tengono) nell’attacco alla Siria.
A cura di Giulio Cavalli
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Eccolo Trump. A braccetto con la Gran Bretagna di Theresa May e la Francia di Emmanuel Macron gli USA hanno bombardato la Siria quando in USA erano le 21 e qui le 3 di notte. "Colpiti un centro di ricerca nel centro della capitale siriana, un impianto di stoccaggio di armi chimiche a Ovest di Homs e una seconda struttura nelle vicinanze, sempre contenente armi chimiche ed equipaggiamenti", scrivono in una nota congiunta i tre che, nella migliore tradizione dell'Occidente che quando si mette in testa di esportare democrazia si cimenta in azioni dimostrative attraverso l'uso delle armi, incapaci di usare la diplomazia.

Il comunicato della May è paradigmatico: "Si tratta di un attacco limitato e mirato che non vuole far aumentare le tensioni nella regione e che fa il possibile per scongiurare la morte di civili" ha detto la premier britannica che serve a mandare "un messaggio chiaro a chiunque altro pensi di poter usare armi chimiche con impunità". La guerra "limitata e mirata" è l'ennesima invenzione del vocabolario della truffa che in questi anni è stato scritto per chiamare la guerra con qualsiasi altro nome, l'importante è che non abbia la forma e l'odore della guerra. E che le bombe servano per "mandare un messaggio" è una frase che si commenta da sola.

Notevole anche la spiegazione di Macron (colui che avrebbe dovuto salvarci dalla guerrafondaia Le Pen, ricordate?): "La linea rossa fissata dalla Francia nel maggio del 2017 è stata superata. Quindi ho ordinato alle forze armate francesi di intervenire questa notte, nell'ambito di un'operazione internazionale congiunta con gli Stati Uniti d'America e il Regno Unito e diretta contro arsenali chimici clandestini del regime siriano" ha scritto in un tweet il premier francese. Che la memoria storica recente obblighi una certa cautela (e soprattutto un'attenta e leale illustrazione delle prove) quando si parla di attacchi chimici non sembra interessare a Macron. Che la Francia autonomamente decida di intervenire senza una decisione comune dell'Europa (che, al solito, va in ordine sparso sulla politica estera) non sembra preoccupare i francesi.

La Siria improvvisamente è diventata un'emergenza internazionale nonostante anni di complice silenzio e di completa disattenzione sui morti che da quelle parti non hanno avuto bisogno di armi chimiche per continuare a morire, da tutte le parti. Ancora una volta, l'ennesima, la sensazione vera è che l'allarme si accenda soprattutto per giocare lì una partita che vede ben altri protagonisti (lo scontro Russia-USA, solo per citarne uno). L'attacco arriva a pochi giorni dalla conquista da parte dell'esercito siriano dell’East Ghouta che fino a due giorni fa era una delle principali enclave dei cosiddetti ribelli di Jaysh al Islam (finanziati dall'Arabia Saudita) e sappiamo che Francia e Gran Bretagna furono le potenze coloniali di quell'area. La situazione, insomma, è ben più complessa di come si vorrebbe dipingere. E come al solito si è pensata la scorciatoia delle bombe.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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