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Arriva il registro elettronico: ma le scuole non sono ancora pronte

Da settembre voti, assenze, note e giudizi dei professori andranno su registro elettronico. E’ obbligatorio, ma al momento il 45% degli istituti non ha ancora provveduto. L’Associazione dei dirigenti scolastici: “Rinviamo di un anno”.
A cura di Biagio Chiariello
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Dal prossimo settembre saranno circa 365mila le classi italiane che dovrebbero, almeno secondo la legge, dotarsi di un computer in classe attraverso il quale ogni professore dovrebbe poi caricare voti e assenze, durante le lezioni. Si tratta del registro elettronico, previsto dal decreto varato dal governo Monti, quello “per la razionalizzazione della spesa pubblica”. Peccato, però, che non tutte le scuole sono pronte a fare il salto. La distanza tra quanto previsto dalla legge e la realtà scolastica italiana sembra faticare a colmarsi. È quanto emerge da un'indagine promossa da Kion, società del Cineca, su un campione di 200 dirigenti scolastici rappresentativi di istituti di ogni ordine e grado, per verificare appunto la situazione in merito all'obbligo di dotarsi di registro elettronico a partire dall'anno scolastico 2013/14.

Come fa notare il sito Controcampus.it, sebbene la maggior parte delle scuole interpellate sia consapevole dell'obbligatorietà del registro (98%), solo poco più della metà dei dirigenti ha già provveduto già a farlo: di questi, l'11% ha appena acquistato il software, il 68% non ha ancora esteso la novità a tutte le classi e il 20% è fermo alla sperimentazione. Il 45% degli intervistati invece non si è ancora mosso: tra di essi, il 72% afferma che intende dotarsi di un software cercando una soluzione sul mercato, il 20% non sa come, mentre l’8% è certo che ci sarà una proroga della scadenza di legge che consentirà di rimandare la decisione nel tempo. E sulla proroga punta anche l'Associazione dei dirigenti scolastici: "Sarebbe opportuno dare un altro anno di tempo alle scuole – dice il presidente, Gregorio Iannaccone -. Non per una questione di attrezzature, ma per dare tempo agli insegnanti di formarsi adeguatamente".

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