“Armi destinate a Israele dal porto di Genova”: la denuncia del Weapon Watch

Carichi di esplosivi diretti al porto israeliano di Ashod imbarcati il 13 maggio da Genova. Il carico avrebbe dovuto raggiungere Israele per appoggiare gli attacchi alla popolazione Palestinese. Lo ha reso noto Weapon Watch, l'Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei. Le operazioni di imbarco si sono svolte senza che il container sostasse nell'apposita area del terminal destinata alle merci pericolose. Non ha toccato la banchina ed è stato segnalato come "carico di esplosivi di classe 1". Le munizioni sono state imbarcate sulla Asiatic Island, proveniente da Marsiglia, che è rimasta a Genova per circa 12 ore. Secondo quanto dichiarato dall'osservatorio, la stessa imbarcazione avrebbe raccolto altri container con merci pericolose nel porto di Livorno.
I sindacati dei porti livornesi spiegano che non è la prima volta che container con all'interno armi ed esplosivi sono imbarcati con questa modalità. Già qualche giorno fa, decine di mezzi blindati militari erano pronti a salire sulla nave. L'imbarcazione che ha raccolto nello specifico questo ultimo carico sarebbe un tipico feeder, ossia un portacontainer di piccole dimensioni che si occupa del carico tra Fos sur Mer (Marsiglia), Genova, Livorno e Napoli per giungere ad Ashdod e Haifa. Secondo il Weapon Watch, su questa rotta si svolge da anni il servizio di linea regolare per conto della compagnia di stato israeliana Zim che opera nello shipping e che ha due sedi principali: una ad Haifa e una a Norfolk, negli Usa. In particolare gli Stati Uniti forniscono in questo porto militare gli armamenti utilizzati contro i Palestinesi.
"Le operazioni di questo tipo nel porto di Genova sono frequenti – spiega ancora l'osservatorio -. Spesso vengono imbarcate con queste modalità merci esplosive e munizionamento pesante. Movimenti analoghi sono stati registrati in diverse occasioni proprio in relazione all'Asiatic Island che regolarmente passa dal nostro porto". Con l'esplosione dell'ultimo grande conflitto tra Israele e Palestina, i rifornimenti sono divenuti molto più frequenti. "Chiediamo che il nostro Governo e le Autorità italiane che controllano il commercio di armamenti valutino le responsabilità nel mancato rispetto dei trattati internazionali, in particolare nei punti dove si impone di vietare o sospendere gli invii di armi e munizioni nel caso in cui tale materiale possa essere impiegato nella repressione contro la popolazione disarmata". In particolare il Weapon Watch ha chiesto delucidazioni sui controlli effettuati al momento dell'imbarco.