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Ancona, cannabis light venduta in negozio: assolti i titolari, “Nessun reato”

La Procura di Ancona aveva chiesto per il titolare del negozio e un’altra persona una condanna a 4 anni per detenzione di stupefacenti ai fini dello spaccio dopo aver trovato 13 chili di cannabis light. Nel processo con rito abbreviato il Gup però ha assolto entrambi perché il fatto non costituisce reato.
A cura di Antonio Palma
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Il fatto non costituisce reato, con questa motivazione il Gup del Tribunale di Ancona ha assolto i titolari di un negozio di cannabis light ad Ancona che nel giugno dello scorso anno finirono nei guai perché  accusati di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Tutto era partito a seguito dei controlli a tappeto scattati in tutta la provincia contro i negozi di cannabis light. Durante le perquisizioni, gli agenti trovarono e sequestrarono nel negozio dei due indagati ben 13 chili di cannabis light. La sostanza era divisa in centinaia di confezioni composte da barattolini sigillati, ma furono trovate anche 24 piante in avanzato stato di crescita e 20 buste di cellophane contenenti cannabis.

Per gli inquirenti quello avrebbe rappresentato un chiaro sintomo della presunta attività di spaccio in atto. Per il proprietario del negozio di cannabis light di Ancona e il padre del socio, presente in quel momento, scattò l’accusa che, se confermata, avrebbe potuto portare a una condanna a quattro anni di reclusione come richiesto dalla Procura. Di diverso avviso però è stato il giudice per le udienze preliminari Paola Moscaroli che, nella prima udienza del processo che si svolgeva con il giudizio abbreviato, ha assolto con formula piena i due imputati: Lorenzo Castignani, un 32enne di Civitanova Marche che ha altri due cannabis store nel Maceratese, e il padre del suo socio, un 52enne trovato in negozio il giorno del blitz della polizia e per questo anche arrestato.

“È la fine di un incubo per me, c'è troppa ignoranza in questo settore" ha commentato con soddisfazione a caldo Castignani. “Siamo soddisfatti, ora aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza ma evidentemente non era spaccio. Sulla materia c’è ancora troppa confusione" hanno aggiunto invece i suoi legali.

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