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Alluvione Parma, “Comune informato tre giorni prima, ma fax fu ignorato”

L’avviso di allerta 1 sui rischi di inondazione arrivò dalla Prefettura sabato 11 ottobre alle 13.49. Pizzarotti era a Roma. Solo lunedì 13, il documento fu protocollato.
A cura di Biagio Chiariello
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Ancora polemica a Parma per la sciagura meteorologica che ha colpito la città quasi due settimane fa e per cui la Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo. L’allerta meteo e il rischio alluvione erano stati comunicati al Comune già sabato 11 ottobre con un fax della Prefettura. Allerta che, come riportato sul Corriere della Sera, sarebbe stata protocollata solo due giorni dopo dall’amministrazione  guidata dal sindaco M5S, Federico Pizzarotti. Sono le 17.45 di lunedì 13, quando il primo cittadino su Twitter scrive: “#Parma#alluvione. Non andate in via Po e via Baganza, il fiume ha straripato”. In particolare è l’opposizione ad attaccare il primo cittadino pentastellato: “Pizzarotti ha ricevuto l’allerta all’inizio del pomeriggio di lunedì 13 senza fare nulla fino a sera”, ha tuonato nei giorni scorsi il consigliere del Pd Nicola Dall’Olio. “Il documento parlava di fase di preallarme e non prevedeva un’allerta generale alla popolazione. L’allerta vera e propria è arrivata solo alle 16.59 quando le acque del Baganza avevano già invaso la città. Queste sono solo chiacchiere da bar”, si è difeso il Pizzarotti.

Il fax "ignorato" al Comune di Parma

Secondo quanto riporta il Corsera, in questo fax, che richiede l’attivazione della fase di attenzione, si legge: "allerta per condizioni meteorologiche avverse a partire da domenica 12 fino a martedì". E tra i risultati attesi: "Rapidi innalzamenti dei livelli dei corsi d’acqua minori con limitati fenomeni di inondazione. Come spiega sempre il Corsera, si tratta di un’allerta di tipo 1, che prevede l’eventualità di pericoli per la popolazione civile e danni alle strutture e che impone al sindaco di informare i cittadini. "Di fax del genere qui in Comune ne arrivano in continuazione, cosa dovrei fare evacuare la città ogni volta? Piuttosto sarebbero necessari mezzi di controllo come telecamere e sensori basati su dati e rilevazioni reali e non sulle previsioni meteo", si difende il Pizzarotti, come riporta il Corriere della Sera.

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