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L'omicidio di Alice Neri a Modena

Alice Neri, il sospetto della madre: “Violentata in auto dal killer”

Durante la trasmissione Tv Quarto Grado, la madre di Alice Neri ha nuovamente puntato il dito contro il collega di lavoro della 32enne. “Lei aggredita nel parcheggio perché lui non l’ha aspettata”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Secondo Patrizia Montorsi, mamma della 32enne Alice Neri trovata morta nella sua auto nelle campagne di Concordia lo scorso 18 novembre, il killer ha aggredito sua figlia nel parcheggio dello Smart Cafè per poi mettersi alla guida della sua macchina. Lo ha raccontato ai microfoni della trasmissione Tv Quarto Grado che ieri ha ripercorso le ultime tappe delle indagini relative al delitto. Negli scorsi giorni è stato arrestato in Francia Mohamed Gaaloul, 29enne che avrebbe chiesto un passaggio in auto ad Alice poco prima della sua morte.

"Mia figlia è stata aggredita nel parcheggio, come ho sempre detto – ha sottolineato Patrizia Montorsi ai microfoni della trasmissione televisiva -. Il killer ha potuto farle del male perché l'amico e collega di lavoro non ha aspettato che partisse e l'ha lasciata da sola nel piazzale. Se avesse aspettato, probabilmente Alice sarebbe ancora viva".

"Alice era una mamma innamorata della sua famiglia e serena. Aveva avuto dei problemi psicologici dopo il parto che stava affrontando con l'aiuto di una psicologa. Se è andata a quell'aperitivo con il collega, lo ha fatto per chiarire probabilmente la sua posizione di donna sposata. Non avrebbe cercato la soluzione in qualcun altro, ne sono sicura. Lei una vita senza Nicholas non l'avrebbe concepita".

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La testimonianza del collega di lavoro di Alice

Secondo quanto reso noto finora, la testimonianza del collega di lavoro della 32enne, al momento ancora nella lista degli indagati, è stata fondamentale per arrivare al nome di Mohamed Gaaloul. L'uomo avrebbe detto agli inquirenti che Alice quella sera avrebbe dovuto incontrare "un'altra persona" e un testimone oculare ha riferito poi di aver visto Gaaloul avvicinarsi all'auto della 32enne e salire a bordo. La circostanza è stata confermata dalle riprese delle telecamere di sorveglianza della zona.

Il 29enne, dal suo canto, si è sempre dichiarato estraneo ai fatti pur ammettendo di aver accettato un passaggio di "una donna bionda". Eppure a casa non sarebbe rientrato, nonostante la moglie abbia sempre sostenuto il contrario. La sua bici, inoltre, è sempre rimasta nel piazzale dello Smart Cafè.

Secondo gli inquirenti, il giovane sarebbe salito sulla Ford Fiesta di Alice intorno alle 3.40 per poi condurla nei pressi di un argine dove la macchina è rimasta dalle 4.04 alle 5.12. Subito dopo, la 32enne avrebbe guidato fino alle campagne di Concordia, dove poi è stata ritrovata.

Il sospetto della madre

Patrizia Montorsi, intervenuta nel corso della trasmissione Mattino Cinque, ha avanzato un sospetto su quanto avvenuto in quell'ora nell'auto di Alice. "La macchina di mia figlia è rimasta ferma per un'ora – ha sottolineato ai microfoni del programma – perché il killer doveva violentarla". L'ipotesi per ora non è stata verificata dagli inquirenti: il cadavere di Alice, infatti, è stato ritrovato completamente carbonizzato all'interno della sua vettura e per questo motivo non è stato possibile effettuare esami medici per scongiurare una violenza sessuale.

Mohamed Gaaloul ha acconsentito all'estradizione in Italia e gli inquirenti modenesi potranno interrogarlo nel tentativo di ricostruire quanto avvenuto la notte della scomparsa della 32enne. Il movente del delitto è ancora sconosciuto mentre chi indaga torna a concentrarsi sulla scomparsa del cellulare della vittima: lo smartphone infatti, ha dato nuovamente segnali il 13 dicembre scorso, come se qualcuno lo avesse riacceso.

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