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Alessandra Matteuzzi uccisa a Bologna, ultime news

Alessandra Matteuzzi insultata sui social dopo la morte: “Li individueremo uno a uno”

Alessandra Matteuzzi insultata a mezzo social dopo essere stata uccisa dal suo ex fidanzato Giovanni Padovani che la perseguitava da tempo. La famiglia pronta denunciare tutti.
A cura di Antonio Palma
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La vittima, Alessandra Matteuzzi
La vittima, Alessandra Matteuzzi
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“Sono tanti ma siamo pronti a individuarli uno a uno”, così l’avvocato della famiglia di Alessandra Matteuzzi ha annunciato di voler sporgere denuncia querela contro gli autori di pesanti insulti a mezzo social contro la donna vittima di femminicidio per mano del suo ex fidanzato Giovanni Padovani che la perseguitava da tempo dopo la fine del loro rapporto.

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Fin dalle prime ore dopo la notizia del terribile omicidio, avvenuto sotto casa della donna a Bologna il 23 agosto scorso, sui social erano apparsi i primi post che additavano la vittima per come vestiva o come si mostrava quasi a incolparla della sua stessa morte. Poi sono arrivati addirittura gli insulti in alcuni casi con epiteti impronunciabili.

Quasi sempre purtroppo si tratta di persone che usano i social coprendosi dietro anonimato con profili fake ma per volontà della famiglia della 56enne, il legale sta raccogliendo tutte le prove per presentare querela nei prossimi giorni.

“Bisogna che la gente comprenda anche che non ci si può comportare sui social come se si trovasse in un saloon del Far West e che dovranno rispondere delle loro azioni, cui come sempre corrisponde una reazione adeguata" ha spiegato al Resto del Carlino l’avvocato Chiara Rinaldi.

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Intanto Giovanni Padovani punta agli arresti domiciliari e si mostra collaborativo con gli inquirenti. Tramite i suoi legali ha fatto ricorso al tribunale del Riesame di Bologna contro la misura cautelare del carcere su cui si deciderà il 14 settembre. Dopo l’inziale silenzio, l’umo ha raccontato come si sono svolti i fatti e ha messo a disposizione tutte le password dei telefoni per i controlli dipesoti dalla magistratura.

L’uomo aveva già chiesto i domiciliari nella casa della madre a Senigallia, ma il Gip aveva rigettato l’istanza per “l’eccezionale pericolosità e assoluta incontrollabilità o prevedibilità delle azioni”.

“Io ho visto l’indagato nel corso di un’udienza. È esattamente la persona che io avevo già visto e tratteggiato sui giornali: serena, tranquilla, educatissima, collaborativa al massimo con gli organi di polizia. Secondo me si rende conto di quello che ha fatto e ho come l’impressione che lui sia felice di avere portato a termine il proprio compito. Null’altro” ha dichiarato l’avvocato della vittima.

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