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Alberto Stasi rinuncia all’eredità del padre: niente risarcimento per la famiglia Poggi

“Un comportamento anomalo” che avrebbe impedito ai genitori e al fratello della ragazza assassinata a Garlasco di ottenere il risarcimento “ultramilionario” al quale era stato condannato in seguito alla irrevocabilità decisa nel dicembre 2015 dalla Cassazione. Stasi sta scontando una condanna a 16 anni per l’omicidio della ex fidanzata.
A cura di Biagio Chiariello
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Alberto Stasi è stato scagionato dall’accusa di aver rinunciato all'eredità paterna per non pagare il risarcimento dovuto alla famiglia Poggi dopo la condanna a 16 anni. Il gip di Milano Natalia Imarisio però nel provvedimento scrive che non “può ragionevolmente spiegarsi con una totale dimenticanza dovuta alle condizioni di ‘stress’ in cui versava”, come ha sostenuto la sua difesa, l’”anomalo” comportamento di Stasi, quando, nella primavere-estate 2014, “dopo aver chiesto l’inventario dei beni” lasciati dal padre Nicola, morto nel 2013 senza testamento nel dicembre precedente, ha “omesso di accettare l’eredità”. Tale scelta avrebbe impedito ai genitori e al fratello della giovane assassinata a Garlasco di ottenere il risarcimento “ultramilionario” al quale era stato condannato in seguito alla irrevocabilità decisa nel dicembre 2015 dalla Cassazione nella sentenza con cui nel dicembre 2014 fu condannato nell’appello bis a 16 anni di carcere per l’omicidio della sua ex fidanzata e a pagare i danni patiti dai familiari della giovane.

Una omissione "anomala" da parte di Stasi

Come riportato dal Fatto Quotidiano, a Stasi veniva contestata la mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice per via della ipotizzata “fraudolenta operazione” con la quale ha rinunciato all’eredità del defunto padre. Tale operazione avrebbe portato al mancato versamento di oltre un milione di euro lamentato in una denuncia, ora giudicata “tardiva“, dai Poggi, somma che avrebbe permesso loro di rifondere gli avvocati e i consulenti tecnici che li hanno seguiti a partire dal 2007 quando è stata uccisa la ragazza. Nel provvedimento di archiviazione il gip osserva che “nel giudizio civile le parti risultano, di fatto, ad un passo dal trovare un accordo”, mentre “non va accolta” la richiesta di Stasi di trasmettere gli atti alla procura “per l'ipotesi di calunnia” per alcune dichiarazioni rese dalla famiglia Poggi trattandosi di “legittima esposizione all'autorità giudiziaria di fatti pacificamente lesivi dei loro diritti patrimoniali e, almeno di massima, pacificamente corrispondenti al vero”.

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