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Covid 19

“Al mio carissimo amico, COVID 19. In arte Coronavirus”

Emanuele ha scelto la sottile arma dell’ironia in questa lettera inviata a Fanpage.it e al suo “caro amico”, il Covid-19. “Non ho mai conosciuto nessuno che amasse l’Italia come te: c’è gente che prende treni in corsa per aspettarti a casa e accoglierti…”, scrive con sarcasmo. E coglie anche occasione per ringraziare il Coronavirus: “Proprio grazie a te in questi giorni ho capito il valore della famiglia, dell’amicizia, dell’amore e della solidarietà”. Poi il saluto, ma “a debita distanza”.
A cura di Redazione
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore:

Caro Corona virus, come stai? Ho visto che va bene la vita. Eh certo… d’altra parte parlano tutti
di te e della tua storia; hai fatto molta strada per arrivare fin qui. Sì, caro Corona virus, pensaci bene: sei nato nello stato più popolato al mondo e ti sei fatto voler bene da tutti. Sei entrato nelle scuole sedendoti accanto ai bambini, nei licei tra i ragazzi, anche nelle università tra i più grandi e ti sei fatto voler bene anche dagli anziani. A proposito di anziani, ti hanno voluto così bene che se ne sono andati in un posto migliore grazie alla tua compagnia. E sì, anche i dottori hanno provato a contrastarti, ma nulla da fare: sei troppo forte! Pensa… fino ad ora nemmeno un paese grande come la Cina aveva conosciuto un amico migliore di te. Peccato che alcuni tuoi nemici di nome Governo, Organizzazione mondiale della Sanità, medici, paramedici, infermieri e volontari ti vogliano buttare fuori da questo paese.
Che vigliacchi!

Non tutti gli amici, però, sono ben accolti in Cina, e tu ti sei visto costretto a preparare le tue cose e andare via, alla ricerca di un posto migliore. Io ero preoccupatissimo di non avere più tue notizie, invece mi hai stupito. Ed eccola qui la tua storia: sei diventato un cittadino del mondo e, forse in maniera irregolare, sei entrato in tutti noi. E com’è questa storia? Arrivi in Italia e non mi dici niente? Beh… forse hai avuto i tuoi buoni motivi, perché noi gli estranei, non li salutiamo con grande affetto. So che vai in giro per tutta la Lombardia; bellissima, vero? Tutti i luoghi magici che ha da offrire e le opportunità lavorative… Come in Cina anche qui sei uno spasso: stessa storia e stessa modalità d’integrazione!

Tutti in Italia ti hanno accolto benissimo: hanno iniziato a portarti a casa, a lavoro, a scuola, perfino a sciare in Trentino. Pensa che hanno chiuso le regioni per contenerti. Hanno chiuso le scuole, i musei, i luoghi di culto, anche i bar. Peccato, anche qui i medici non riescono a comprenderti: stanno 12 ore al giorno in ospedale, per resistere al tuo umorismo, alle tue battute di tosse e restano anche oltre il loro orario di lavoro, a volte scordandosi della famiglia. E sì, vogliamo parlare del Veneto e dell’Emilia Romagna? Al lavoro tutti i direttori lasciano a casa i dipendenti per farli andare in vacanza, assolutamente a spese loro però. Per un po’ lavoro, cultura e il resto possono anche essere trascurati per un ospite del tuo calibro!

Comunque, devo dire che non ho mai conosciuto nessuno che amasse l’Italia come te: c’è gente che prende treni in corsa per aspettarti a casa e accoglierti. Io invece non sono tornato a casa, non sono andato a trovare mio padre malato in ospedale, non sono andato a conoscere la mia sorellina appena nata. Sono troppo geloso di te, non voglio condividerti con loro e nemmeno con mia madre con cui trascorro le mie giornate. Per fortuna mia sorella vive fuori e non può prendere un aereo, tornare a casa e intrufolarsi nel nostro rapporto. Però, Corona, il Governo ti mette i bastoni tra le ruote e sta cercando di intrappolarti nonostante i tanti tentennamenti di regioni e province. Ma sai al sud si usa dire che gli ospiti sono come il pesce, dopo un po’ puzza.

In Italia non riesci proprio a farti voler bene e non capisco perché. Però, se vuoi la mia opinione, sei troppo invadente e instabile. Non si fa in tempo ad accoglierti che vai da una parte all’altra del Paese, crei danni, sei un pasticcione: a causa tua siamo tutti costretti a controlli ogni giorno; non ci fidiamo più nemmeno dei vicini. Poi, se la vuoi sapere tutta, non hai rispetto nemmeno degli organi sanitari, dei regolamenti. Vuoi che tutti stiano con te fino alla fine, ma non ti sembra di esagerare? Non posso imparare niente a scuola, non posso vedermi un film, una partita o una gara insieme ad altri miei amici, niente di niente. Ora basta! Questo è il tuo capolinea!

Noi saremo l’esempio e lo scudo dell’Europa e non andrai oltre, perché tu sei uno e noi siamo 60 milioni in Italia e 7 miliardi e mezzo in tutto il mondo. Sì, caro Corona virus, ci hai proposto il gioco più ambizioso e bello di tutti: riuscire a restare uniti nelle difficoltà, restare vicini anche a distanza, amarsi oltre le parole. Ma sai amico mio, ho iniziato da poco la mia partita, eppure sono già convinto di batterti, perché proprio grazie a te ho capito il valore della famiglia, dell’amicizia, dell’amore e della solidarietà. Ci riprenderemo tutti prima o poi, anzi stiamo già pensando a prepararti una grande festa di addio, tutta per te, per ringraziarti della compagnia e degli insegnamenti che ci hai lasciato e augurarti un futuro più roseo, lontano da questo mondo.

Sai, non ho mai avuto occasione d’incontrarti di persona, ma sono sicuro che prima o poi incontrerò te o altri amici come te: sarò qui, pronto ad affrontare la guerra, a muso duro! E non sarò solo… Ora ti lascio, Vado a vivere! Ti saluto caro Corona Virus, a debita distanza.

Tuo, Emanuele".

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