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Al concorso scuola proposta ai futuri insegnanti una traccia sulla “razza europea” (che non esiste)

Una commissione regionale che ha stilato le tracce da trattare al concorso per la scuola inerente le materie di italiano, storia e geografia ha inserito tra gli argomenti della prova orale una relazione inerente la “razza europea” degli umani. Che, però, non esiste e non è mai esistita.
A cura di Davide Falcioni
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A meno che non ci si fosse riferiti al Felis catus, nome scientifico attribuito ai gatti della cosiddetta "razza europea", una commissione regionale che ha stilato le tracce da trattare al concorso per la scuola inerente le materie di italiano, storia e geografia ha inserito tra gli argomenti della prova orale una relazione inerente la "razza europea" degli umani. Che, però, non esiste e non è mai esistita. A renderlo noto nella serata di ieri è stato il professor Alessandro Vaccarelli, docente di pedagogia all'Università de L'Aquila, studioso di intercultura e razzismo. Un aspirante insegnante, la cui identità naturalmente non è stata resa nota, ha sorteggiato una traccia sul tema della "razza europea" per una prova orale concorsuale per l'insegnamento nella scuola secondaria di I grado.

Al cospetto di una commissione giudicante (non abruzzese, come erroneamente riportato da noi inizialmente, ndr) l'aspirante professore avrebbe dovuto simulare una lezione su un tema completamente errato. Non esiste infatti una "razza europea" di uomini e donne, come non ne esiste una africana né asiatica e non a caso chi ancora oggi afferma il contrario può essere definito razzista (quelli sì, purtroppo esistono ancora).

Non esistono razze umane

L'idea che esistessero delle razze "superiori" e "inferiori" è nata nell’Ottocento con la pubblicazione del "Saggio sulla disuguaglianza delle razze umane" (1853-55) di Joseph Arthur de Gobineau (1816-82). Il volume stabiliva, infatti, l’ineguaglianza originaria delle razze, creando una tipologia fondata su criteri di gerarchizzazione ampiamente soggettivi come la "bellezza delle forme, forza fisica e intelligenza". In realtà la comunità scientifica è unanime nel ritenere che il concetto di razza, fondato su presunte differenze biologiche, sia completamente privo di senso. Spiega il professor Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista, docente di Filosofia delle Scienze Biologiche presso l'Università di Padova. "Le razze umane non esistono sia per ragioni geografiche, sia per ragioni di tempo". Infatti "le popolazioni umane nascono in due zone ben note dell'Africa, ovvero Sudafrica e Corno D'Africa. Quello che abbiamo scoperto è che siamo nati 200mila anni fa e che siamo quindi una specie molto giovane. Non c'è stato neppure il tempo per sviluppare delle razze umane diverse. Veniamo infatti fuori da un gruppo molto piccolo vissuto 60mila anni fa che, dall'Africa, si è spostato in tutto il resto del mondo". Insomma, spiega sempre il professor Pievani, "le differenze che noi vediamo", ad esempio il colore della pelle o la forma degli occhi, solo per considerare le più comuni, "sono dovute a piccolissime modificazioni biologiche dovute agli adattamenti ai climi diversi della Terra".

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