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Morte Andrea Prospero

Accusato di aver istigato al suicidio Andrea Prospero, 18enne patteggia: così evita il processo immediato

Il 18enne accusato di aver istigato al suicidio Andrea Prospero, il ragazzo di 19 anni che il 29 gennaio è stato trovato morto in un b&b a Perugia, ha chiesto il patteggiamento. Il giovane avrebbe ammesso le sue responsabilità, patteggiando due anni e mezzo di lavori socialmente utili. Cancellata l’udienza dell’8 ottobre, la prima del processo immediato.
A cura di Eleonora Panseri
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Il 18enne accusato di aver istigato al suicidio Andrea Prospero, il ragazzo di 19 anni che lo scorso 29 gennaio è stato trovato morto in un appartamento a Perugia, ha chiesto il patteggiamento tramite il suo legale, Alessandro Ricci. 

Istanza che, a quanto si apprende, sarebbe stata accolta dal pubblico ministero. Il ragazzo avrebbe ammesso le sue responsabilità, patteggiando due anni e mezzo di lavori socialmente utili ed evitando il processo immediato: la prima udienza era stato fissata per il prossimo 8 ottobre, si legge su Repubblica.

L'udienza davanti al giudice dell'udienza preliminare è prevista il 23 ottobre prossimo. Prospero si è tolto la vita assumendo diverse pasticche contenenti benzodiazepine. Mentre si uccideva, il 19enne era in chat con alcuni ragazzi che lo incoraggiavano ad andare fino in fondo.

Quando si erano accorti che il ragazzo non rispondeva più, avevano deciso di non chiedere l'intervento dei soccorsi. Il ragazzo era stato trovato morto solo quattro giorni dopo in un b&b che aveva affittato. Il 19enne era a conoscenza delle fragilità di Prospero, con lui Andrea si era infatti confidato per un anno e mezzo.

"In quella chat c'è la banalità del male e viene descritto in maniera quasi puntuale il reato di istigazione o aiuto al suicidio", aveva detto l'avvocato della famiglia Prospero Francesco Mangano in un'intervista a Fanpage.it.

Questa alcune delle frasi, durissime, riportate in quella conversazione: "Mangia tutte e 7 le pasticche e basta, mangia tutto senza togliere la plastica", "Ammazzati, ce la puoi fare", "Se vuoi ammazzarti, ammazzati e zitto. Senza fare scene".

La pena prevista dal patteggiamento andrebbe a sostituire quella a cinque anni di reclusione che era stata definita dal pm come base. Il 19enne è agli arresti domiciliari da marzo, l'unico dei ragazzi della chat identificato. Un altro ragazzo, di 18 anni, era stato arrestato per aver venduto a Prospero i farmaci con cui si è tolto la vita.

"Che avrebbero chiesto il rito abbreviato o il patteggiamento l'avevo messo in conto. Ma non ho parole per definire questo accordo tra la difesa e il pm, lo trovo vergognoso. A me mio figlio non lo ridà nessuno e non cerchiamo vendetta ma giustizia", ha detto Michele Prospero, padre di Andrea.

"Se il giudice accetterà questo patteggiamento potremo dire che in Italia non c’è una giustizia giusta e che si può delinquere impunemente".

"La richiesta dell'imputato non è congrua e non è giusta, perché non svolge alcuna funzione che l'ordinamento giuridico attribuisce alla pena: non ripara il danno sociale, acuisce il dolore delle persone offese e non è nemmeno rieducativa", aggiunge il legale della famiglia.

Non ha dimostrato alcun segno di pentimento, non ha mai chiesto scusa, non ha mai collaborato, è persino evaso dai domiciliari. Il minimo della pena, ridotta a 2 anni e 6 mesi, è per la famiglia una conclusione che non rende giustizia".

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