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Abusi sessuali durante le visite, ginecologo condannato per la quarta volta: ora rischia il carcere

Il ginecologo è stato condannato a sei mesi di carcere dal Gup che ha valutato la lieve entità del fatto ma a carico del medico trevigiano ci sono le tre condanne per i tre precedenti casi che, se confermate, potrebbero portarlo in carcere.
A cura di Antonio Palma
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Nuova condanna per il ginecologo di Montebelluna, nel Trevigiano, accusato di abusi sessuali su alcune pazienti che sarebbero avvenuti durante le visite ginecologiche attraverso manipolazioni spinte. Il 55enne ex medico della Usl 2, già dimessosi dall'incarico due anni fa dopo essere stato sospeso per un anno dall'azienda sanitaria, infatti è stato condannato in primo grado per un quarto caso a lui addebitato e ora rischia il carcere se la sentenza verrà confermata.

Anche se la pena decisa dal Giudice per le udienze preliminari è minima, infatti, l’accumulo delle precedenti condanne potrebbe costare all’uomo il carcere. Beneficiano anche dello sconto di pena previsto per il rito abbreviato, il ginecologo è stato condannato a sei mesi di carcere dal Gup che ha valutato la lieve entità del fatto come prevalente sulle aggravanti e anche sulla recidiva.

A carico del medico, però, ci sono le tre condanne per i tre precedenti casi, tra cui due già arrivati in terzo grado davanti alla Corte di Cassazione. Nel primo caso per lui è arrivata la condanna a un anno per un episodio avvenuto all’ospedale di Castelfranco, per un secondo episodio è stato condannato a due anni e 10 mesi per un fatto avvenuto durante una visita all’ospedale di Montebelluna. Infine per un terzo caso è stato condannato, ma solo in primo grado, a un anno e quattro mesi con sospensione condizionale della pena.

In tutti i casi l’accusa è di essere andato oltre alle manovre previste per una normale visita ginecologica e di aver indugiato in stimolazioni e manipolazioni spinte che si configurano come abusi sessuali. Si tratta di una versione che però il medico ha sempre respinto con fermezza ritenendo perfettamente lecite le sue manovre.

Di diverso avviso i pm e i giudici che lo hanno condannato. A questo punto per il professionista si potrebbero aprire le porte del carcere nel caso in cui tutte le sentenze diventassero definitive in Cassazione.

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