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Abu Omar, prosciolti ex vertici dei servizi perché c’è segreto di stato

La Cassazione ha sancito il non luogo a procedere perché l’azione penale non poteva essere proseguita per l’esistenza del segreto di Stato.
A cura di A. P.
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Sono stati tutti prosciolti gli ex vertici del Sismi, il servizio segreto militare italiano, imputati nel processo per il sequestro dell’ex imam di Milano, Abu Omar. La Prima Sezione Penale della Cassazione infatti come previsto ha annullato senza rinvio la sentenza d’appello-bis del 12 febbraio 2013, che aveva visto i due ex agenti Niccolò Pollari e Marco Mancini condannati rispettivamente a dieci e nove anni di reclusione. Nel dettaglio i giudici hanno stabilito il proscioglimento "per non luogo a procedere" in quanto  l’azione penale non poteva essere proseguita per l’esistenza del segreto di Stato. La sentenza di assoluzione ha riguardato oltre all'ex capo del servizio segreto militare e all'allora numero tre Marco Mancini, anche gli ex tre agenti del Sismi, Luciano Di Gregorio, Giuseppe Ciorra e Raffaele Di Troia, condannati ognuno a sei anni di reclusione. La decisione della Cassazione era attesa visto che i giudici non potevano fare a meno di valutare nel giudizio il recente verdetto della Corte Costituzionale che ha accolto i ricorsi sul segreto di Stato presentati dal governo che aveva sollevato un conflitto di attribuzione verso la Cassazione e la Corte d'Appello di Milano.

Si chiude così definitivamente una vicenda iniziata il 17 settembre del 2003 quando l'Imam di Milano Abu Omar venne sequestrato ad opera di uomini della Cia portato in Egitto e torturato con l'assenso dei nostri servizi segreti. "Non ho mai perso fiducia nella giustizia, è stata fatta verità" ha commentato l'ex numero uno del Sismi Nicolò Pollari dopo la sentenza, aggiungendo: "Ho rispettato la legge ho pagato duri prezzi per questo rispetto, l'ho fatto con serenità". "Un pensiero addolorato va invece a coloro che hanno subito condanne per fatti dipendenti da questa vicenda e che hanno operato per conto dello Stato e sono formalmente e sostanzialmente innocenti. Non è possibile godere appieno di un'affermazione di verità, dimenticando queste persone" ha concluso Pollari.

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