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A Torino un centro di eccellenza contro il mal di schiena

Un team chirurgico del CTO di Torino si è specializzato nel trattamento delle lombalgie ed è diventato un’eccellenza a livello europeo.
A cura di D. F.
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In Italia 98 cittadini su 100 soffrono di mal di schiena almeno una volta nella vita: in alcuni casi il dolore non accenna a passare e talvolta né la fisioterapia né la terapia farmacologica sortiscono gli effetti sperati. Quando il dolore rischia di diventare cronico però una nuova tecnica chirurgica mini invasiva di "fusione lombare" permette di liberarsi da un male che – diventando cronico – rischia seriamente di compromettere la qualità della vita di un paziente. Rispetto agli altri interventi chirurgici il taglio è di appena 4-5 centimetri e il recupero estremamente più veloce.

La tecnica è stata utilizzata negli Stati Uniti per la prima volta ma recentemente è stata applicata anche al Cto di Torino dall’équipe della neurochirugia diretta da Alessandro Ducati. Come riporta Repubblica, il reparto ha il record europeo di interventi con almeno 50 casi all'anno: "Il 15-20 per cento delle lombalgie riguarda casi come questi -spiega Ducati – e teniamo conto che di lombalgia soffrono prima o poi tutti". "Non è l’età anagrafica che conta, ma le condizioni di salute. Un paziente diabetico con molte complicanze non lo operiamo, mentre possiamo portare in sala operatoria un ottantenne che gode di buona salute. Con questa tecnica si divaricano meno i muscoli rispetto all’intervento normale e questo riduce sensibilimente il dolore post-operatorio e anche il sanguinamento", spiega ancora il medico.

Come spiega uno dei chirurghi dell'equipe "la tecnica si avvale di un sofisticato sistema di divaricazione con illuminazione integrata a fibra ottica e monitoraggio continuo di tutti gli strumenti. Attualmente, poi, è stata migliorata aggiungendo un rivoluzionario sistema di neuronavigazione che permette di vedere esattamente il tragitto delle viti impiantate. Così si possono ridurre in maniera drastica e i controlli radiologici intraoperatori".

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