A Torino è scontro sulle nozze gay: per il segretario Pd Morgando sono una “carnevalata”

Trenta coppie omosessuali si sono sposate simbolicamente con anelli rosa e lettura della Costituzione a Torino e, mentre in tutta Italia si sfila per esprimere l’orgoglio gay e per provare a cancellare una volta per sempre le differenze di genere, c’è chi ha ben pensato di etichettare questo rito come “una carnevalata”. Chi ha usato questa espressione, ricalcando il giudizio simile già espresso in precedenza dai politici di destra, è il segretario regionale del Pd Gianfranco Morgando che non ha fatto nemmeno in tempo a “motivare” le sue dichiarazioni da finire immediatamente nella bufera, col suo partito che ora non può che dargli contro. Gli amministratori-celebranti, trovando il sostegno anche dell’onorevole del Pd Paola Concia, hanno infatti chiesto di affrontare il caso negli organi collegiali.
Una carnevalata, una ricerca di pubblicità – È più o meno questo il parere dell’esponente del Pd piemontese Morgando che ha fatto sapere il suo punto di vista sul tema delle tanto discusse nozze gay scrivendo anche al quotidiano La Repubblica. Nel suo intervento il politico del Pd ha criticato gli esponenti del suo partito che hanno accolto l’invito a fare da officianti affermando che per alcuni conta più la “visibilità personale” che il confronto serio. Dal suo punto di vista, infatti, “una classe politica e dirigente davvero seria costruisce una posizione su questi temi che sono, prima che politici, culturali e la costruisce senza fare strappi e ricorrere a gesti carnevaleschi”. Questi gesti un po’ carnevaleschi, per Morgando, risultano poi controproducenti per le coppie omosessuali attizzando polemiche superficiali che bloccano qualsivoglia decisione in merito. Sulla parola stessa “carnevalata” poi ammette di aver sbagliato termine ma, in ogni caso, il rito gay continua per lui ad essere solo una ricerca di pubblicità.
Per i “pro-nozze gay” è necessario battersi per avere dei diritti – Considerato il punto di vista dell’anima del Pd in contrasto con Morgando le premesse per uno scontro più duro all’interno del partito ci sono tutte e sarà la segreteria provinciale convocata nei prossimi giorni ad affrontare la questione, necessaria anche per Paola Concia che ha scritto solidale ai suoi colleghi piemontesi affermando che il loro rito simbolico è stato tutt’altro che una provocazione ma, al contrario, "una scelta di buon senso che ha messo al centro la questione dei diritti".