A 30 anni vive con i genitori, il padre lo trascina in Tribunale: “Entro 3 mesi deve andare via”

Si è rivolto a un'avvocata per "costringere" il figlio ad allontanarsi dalla casa familiare nella quale viveva senza contribuire alle spese domestiche. Il giudice, vista l'età adulta del giovane, gli ha dato ragione. Un padre di Torino, contro il parere della moglie, ha portato la storia della sua famiglia in Tribunale per chiedere che il figlio 30enne, senza un titolo di studio e senza un lavoro, si rendesse indipendente e trovasse un'altra sistemazione.
Uno stimolo educativo, ha spiegato a Fanpage.it la legale del genitore, l'avvocata Federica Viotto: il padre del ragazzo voleva infatti che si impegnasse a trovare un lavoro per costruire la propria indipendenza, anche alla luce della relativa anzianità dei genitori.
Dopo la scuola dell'obbligo, il giovane non aveva intrapreso un percorso universitario o lavorativo. Dai suoi 19 anni fino ai 30, ha vissuto svolgendo di tanto in tanto qualche lavoretto per periodi di tempo relativamente brevi.
Davanti al Tribunale, ha asserito di non essere indipendente e di non avere un reddito per poter provvedere a se stesso. Il giudice però non ha ritenuto questa giustificazione sufficiente: secondo il magistrato, infatti, non ci sono ostacoli che impediscano al 30enne di trovare un lavoro e di allontanarsi dalla casa paterna. Nel corso del procedimento legale, l'uomo ha dichiarato di aver firmato un contratto di tirocinio in una fabbrica a settembre. Dopo il rinnovo di ottobre, continua a lavorare nell'azienda a tempo pieno.
Per questo motivo, secondo il giudice, il 30enne avrebbe una base dalla quale partire per costruire la propria indipendenza. Il magistrato ha quindi riconosciuto che l'uomo "occupa senza titolo la casa paterna" e nella parte esecutiva della sentenza ha chiesto l'allontanamento dall'immobile da parte del 30enne entro tre mesi in favore di un'altra sistemazione autonoma.