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Arrestato l’attentatore di Boston, era nascosto in una barca

Gravemente ferito nello scontro in cui era morto il fratello, Dzhokhar Tsarnaev si era rifugiato in una barca custodita nel retro di una casa a Watertown. “Si chiude un capitolo. Ma mancano ancora tante risposte”, commenta il presidente Barack Obama.
A cura di Biagio Chiariello
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attentato boston foto

Dzhokhar Tsarnaev, il secondo attentatore di Boston in fuga dopo la sparatoria al Mit, è stato arrestato. 19 anni, ceceno, si è arreso dopo una gigantesca caccia all’uomo che ha visto, prima la morte del fratello Tamerlan, ucciso ieri dalla polizia nello scontro a fuoco, poi il suo ripiegamento a Watertown (Massachusetts) dove si era rifugiato dentro una barca tirata a secco, gravemente ferito per la sparatoria della sera precedente. A segnalare che qualcosa non andava – secondo quanto spiegano i media americani – lo stesso proprietario dell'imbarcazione. Uscito per fumarsi una sigaretta in giardino, è rimasto insospettito da alcune macchie di sangue e ha scoperchiato la barca, accorgendosi della presenza di un corpo, quindi ha chiamato la polizia. A fare il resto ci hanno pensato i controlli con i rilevatori termici degli elicotteri che hanno confermato la presenza di Dzhokhar. Fonti investigative raccontano dell'utilizzo di lacrimogeni e bombe accecanti per frastornare il ragazzo e impedirgli di reagire. Il timore degli investigatori era che il presunto attentatore potesse utilizzare degli esplosivi. Per questo motivo è stato chiamato un negoziatore, così da convincere il ceceno ad arrendersi. Dopo qualche minuto l'intervento dell'FBI. Dzhokhar ha capitolato e gli agenti lo hanno catturato, caricandolo in autoambulanza per trasportarlo d’urgenza in ospedale. "Lo abbiamo preso” ha commentato a caldo il sindaco di Boston, Thomas Manino, e a Watertown si sono registrate scene di giubilo simili a quelle dell'uccisione di Bin Laden, "proprio come fosse Carnevale", ha detto un commentatore tv. A tarda notte il mesto annuncio di Barack Obama dalla Casa Bianca: “Ci sono molte domande che restano senza perché chi è cresciuto nella nostra nazione ricorre a tale violenza? Come hanno pianificato e realizzato l’attacco? Hanno ricevuto degli aiuti?”.

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